Sulle orme di Grazia Deledda

Bene, dopo avervi raccontato delle stupende spiagge della Gallura, aver fatto una puntata in un vero paradiso terrestre, aver fatto una toccata e fuga ad Arzachena, aver dato la caccia ai giganti, ed avervi raccontato le nostre peripezie per venire fino a qui, siete pronti per un saltino un po’ fuori dalle solite mete turistiche? Ecco nell’immagine qui sotto la mamma dell’itinerario che vi proponiamo sulle orme di Grazia Deledda.

Sulle orme di Grazia Deledda - Mappa itinerario
La mappa del nostro itinerario sulle orme di Grazia Deledda. Fonte OpenRouteService (https://openrouteservice.org/).

Ci ispirava davvero tanto la possibilità di esplorare un po’ di quel territorio selvaggio raccontato nei libri della prima (e quasi unica) donna italiana a vincere il Premio Nobel (per la letteratura nel 1926). L’unica altra italiana ad aggiudicarsi il premio più importante al mondo è stata Rita Levi Montalcini per la medicina nel 1986. Esattamente sessant’anni dopo.

Purtroppo, quando abbiamo percorso questo itinerario, abbiamo avuto problemi con la macchina fotografica per cui siamo costretti a prendere a prestito dalla rete alcune fotografie. Citiamo la fonte e non intendiamo infrangere alcun copyright.

Sulle orme di Grazie Deledda – Posada

Partiamo da Posada (NU). Si tratta di un borgo medioevale arroccato su una collinetta dominata dalla torre del Castello della Fava.

Il borgo medioevale di Posada
Il borgo medioevale di Posada (immagine tratta da https://www.sardegnaturismo.it/it/esplora/posada)

La torre è tutto ciò che rimane del castello che ospitava i Giudici di Gallura ed Eleonora di Arborea. Si narra che, intorno al 1300, Posada fu cinta d’assedio di Saraceni che speravano di conquistarla una volta che la popolazione fosse stata ridotta alla fame. Quando il borgo stava ormai per arrendersi, durante una riunione dei Giudici (che si teneva proprio in una delle torri del castello), qualcuno propose un’idea geniale: fecero mangiare ad un piccione un pugno di fave, gli provocarono una ferita e lo fecero volare verso l’accampamento nemico. Il piccione, sfinito dalla stanchezza e dal dolore provocati dalla ferita, cadde proprio nell’accampamento. I Saraceni, notando il gonfiore della pancia del piccione, lo sventrarono e vi trovarono le fave. Al vedere ciò pensarono che, se la popolazione aveva così tanto cibo da dare le fave ai piccioni, non avevano alcuna possibilità di conquistare Posada con il loro piano iniziale. Così salparono ed il borgo fu salvo. Da qui il nome del castello.

Sulle orme di Grazia Deledda - Posada panoramaDall’alto di Posada si gode, poi una stupenda vista sul mare ed il territorio circostante.

Sulle orme di Grazia Deledda – Capo Comino

Muovendoci in direzione di Galtellì, facciamo tappa per il pranzo a Capo Comino. Qui, per chi vuole godersi un po’ di mare, si trova una spiaggia molto famosa per le sue dune di sabbia bianca e finissima, quella, appunto, di Capo Comino-Siniscola.

Sulle orme di Grazia Deledda - Il faro di Capo Comino
Fonte: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Siniscola_-_Faro_di_Capo_Comino_(03).JPG

Noi abbiamo preferito recarci un po’ più a sud, sul promontorio di Capo Comino (che dà il nome alla zona). Qui la costa diventa rocciosa ed il mare è dominato da un suggestivo faro abbandonato che svetta dal promontorio. Da qui alcuni sentieri consentono di scendere a tuffarsi nelle acque turchesi di questo tratto di costa.

Sulle orme di Grazia Deledda - Panorama da Capo Comino 1Queste zone sono considerate tra le più belle della Sardegna e sono state anche immortalate in alcuni film tra cui “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” di Lina Wertmuller.

Sulle orme di Grazia Deledda - Panorama da Capo Comino 2La vista da qui è davvero spettacolare e ne abbiamo goduto appieno mangiando i panini all’ombra del faro prima di ripartire. Ci hanno raccontato che queste acque sono un paradiso per gli amanti delle immersioni che possono anche esplorare due relitti: una nave ed un aereo francese.

Sulle orme di Grazia Deledda – Galtellì

Il nostro itinerario sulle orme di Grazia Deledda termina a Galtellì. Qui è ambientato “Canne al vento” (il suo romanzo più conosciuto e tradotto nel mondo) nel quale il paese è, in realtà chiamato Galte. Galtellì è uno dei borghi di architettura sarda meglio conservati.

Sille orma di Grazia Deledda - Galtelli scorcio 1Lungo le vie acciottolate del centro storico sembra ancora di veder passare i personaggi descritti da Grazia Deledda. Noi abbiamo avuto la fortuna di trovare il paese completamente deserto, tanto da sembrare, ad uno sguardo disattento, quasi abbandonato. In realtà, dietro le persiane socchiuse delle finestre, si sentivano i rumori e le voci di una vita di persone riservate, non avvezze ai flussi turistici.

Sulle orme di Grazia Deledda - Galtelli scorcio 3La bellezza degli scorci tra le case, il silenzio quasi totale e l’alone di mistero di fronte alle attività degli abitanti celate all’interno delle case (forse per difendersi dal caldo) hanno contribuito a rendere in un certo modo affascinante la nostra visita anche se, nei primi momenti, quello che ci ha colpito di più è stata la sensazione di desolazione.

Sulle orme di Grazia Deledda - Galtelli scorcio 2Il parco letterario Grazia Deledda offre, grazie a visite guidate, la possibilità di visitare i luoghi narrati nel romanzo ma, quando siamo passati noi, nonostante fosse orario di apertura, non abbiamo trovato nessuno. Abbiamo, quindi, fatto autonomamente un giro per il paese guidati dalle targhe con le citazioni affisse sulle pareti delle case.

Purtroppo, come vi abbiamo detto all’inizio dell’articolo, abbiamo avuto problemi con la macchina fotografica e non ci restano tante testimonianze dei suggestivi scorci che questo paese ci ha regalato.

Il paese di Galtellì è sovrastato dal Monte Tuttavista (806 m s.l.m.), “… cono verde e bianco…”. Per darvi un’idea della bellezza selvaggia di questi posti vi diciamo che, nei boschi che ne ricoprono i versati, crescono ben 32 varietà endemiche di orchidee spontanee. L’avreste mai immaginato?

E’ possibile, in teoria, arrivare in auto fin sulla cima dalla quale si domina il golfo di Orosei ed ora vi raccontiamo la nostra esperienza. Siamo stati attirati verso l’alto, in particolare, da una roccia, conosciuta come “sa preta istampata” ovvero una enorme roccia con un foro al centro di ben 40 metri creato dal vento e dalle piogge attraverso il quale si può far spaziare lo sguardo sulla vallata sottostante e sul supramonte.

Sulle orme di Grazia Deledda - Sa Pieta IstampataCi siamo, quindi, avventurati nella salita (piuttosto lunga) sperando di poterci arrivare e di poter arrivare anche sulla cima dove si trova una statua in bronzo del Cristo (12 metri di altezza e meta di pellegrinaggi), riproduzione dell’artista spagnolo Pedro Angel Terron Manrique della statua in legno del Santissimo Crocifisso che si trova nell’omonima chiesa del Paese.

Purtroppo le informazioni a nostra disposizione si sono rivelate non corrette: per raggiungere la “finestra sul supramonte” occorre inerpicarsi per un breve trekking, non difficile ma che richiede scarpe adatte e non adatto al piccolo bisonte. Inoltre, sa pieta impastata così come la vetta della montagna si trovano all’interno di un parco naturale. Al cancello di ingresso c’erano svariati cartelli che indicavano un divieto di accesso. Anche se c’erano segni di auto passate da poco abbiamo preferito non procedere oltre non volendo rischiare una multa.

Come se ciò non bastasse, la strada è molto stretta e ripida, spesso larga a sufficienza per far passare una macchina sola, con la montagna da un lato ed il precipizio dall’altro, senza guard rail. Mamma Adriana non si sentiva di guidare e papy Luca (che soffre di vertigini anche solo a salire su una sedia) è arrivato ai cancelli del parco in evidente “affanno” quindi abbiamo preferito non correre rischi e tornare indietro.

Arrivandoci preparati (non come abbiamo fatto noi) sicuramente è un’escursione mozzafiato!

Vi suggeriamo anche l’articolo con l’intero itinerario che abbiamo fatto nel nord-est della Sardegna che, magari, può esservi utile per progettare il vostro viaggio in questa terra da favola.

WHERE DO WE GO NEXT?

2 Risposte a “Sulle orme di Grazia Deledda”

    1. Si, meritano veramente. Sul monte Tuttavista, poi, dovrebbe essere possibile arrivare in auto fino in cima, però informatevi bene prima per non fare la nostra stessa fine!

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