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Vi abbiamo già raccontanto che il nostro on the road in Danimarca aveva tre temi portanti: le fiabe di Andersen, i vikinghi e le bellezze naturali. Ripartiti dopo la stupenda giornata al castello di Egeskov, siamo finalmente giunti a Copenhagen che è stata la nostra casa per qualche giorno. Dopo la notte di riposo, però, abbiamo sfruttato uno dei nostri ormai famosi piani B. Infatti a Copenhagen il lunedì è giorno di chiusura per quasi tutte le attrazioni. Ci siamo, quindi, diretti verso sud per ammirare due patrimoni mondiali UNESCO. Prima tappa a Store Heddinge, a circa un’ora di macchina da Copenhagen, per ammirare le Stevns Klint.
Si tratta di imponenti scogliere di calcare selcifero che, nel 2014, sono state inserite tra i patrimoni mondali UNESCO e che sono un buon compromesso tra la nostra voglia di ammirare spettacoli incredibili, la necessità di accontentare il piccolo bisonte con qualcosa di adatto alle sue esigenze e la possibilità di conoscere qualche interessante curiosità scientifica di cui siamo sempre in caccia. Qui, poi, la storia si tocca con mano dal Cretaceo alla guerra fredda!
Le Stevns Klint – La chiesa di Højerup
Ad accoglierci all’arrivo nel piccolo paese di Store Heddinge è la chiesetta di Højerup che, a prima vista, non desta particolare interesse. Basta, però, entrare all’interno o fare il giro di lato per rendersi conto che … ne manca un pezzo: i banchi sono rivolti verso l’abside e l’altare che, però non ci sono!
Infatti la chiesa è stata costruita in cima alle Stevns Klint circa nel 1200 ma la continua erosione ha fatto progressivamente arretrare il limite della scogliera finché, nel 1928, parte della chiesa è precipitata sulla battigia circa 40 metri più in basso.
L’edificio è visitabile ma, chiaramente, non è più utilizzato per le funzioni religiose che si tengono, invece, in una nuova chiesa costruita qualche centinaio di metri più all’interno nel 1913, quando già ci si era resi conto del pericolo che correva la chiesa di Højerup.
Da qui, tramite una scalinata, si può scendere fino al mare ma noi abbiamo preferito prendere il sentiero che percorre la cresta della scogliera verso nord partendo a sinistra della chiesa. Ci interessava, infatti, poter godere meglio di panorami mozzafiato ma, più che altro, il piccolo bisonte era interessato ad una cosa in particolare, fantastica per tutti i bambini affascinati dai dinosauri ma incredibile a vedersi anche per noi.
Le Stevns Klint – Perché i dinosauri si sono estinti?
Le Stevns Klint sono lunghe ben 15 km ed alte fino a 40 m a picco sul mare. Sono interamente formate da calcare generato a partire da fossili e resti biologici e questo consente di osservare la stratigrafia senza alcuna difficoltà anche da grande distanza ed, agli scienziati, di effettuare una datazione dei singoli strati estremamente precisa.
Grazie a ciò si è scoperto che questo è uno dei pochi posti al mondo in cui è possibile vedere lo strato formatosi dalle ceneri che, dopo la caduta nel golfo del Messico del meteorite che ha causato l’estinzione dei dinosauri circa 66 milioni di anni fa, alla fine del periodo cretaceo, sono poi ricadute a terra. Lo strato infatti si presenta più scuro degli altri. Incredibile, vero?
L’ipotesi di Alvarez
Quest’ipotesi (ipotesi di Alvarez) è ulteriormente supportata dal fatto che, in tutto il mondo, negli strati geologici superiori non si trovano fossili di dinosauri e di tantissime altre creature viventi che, invece, sono abbondanti negli strati inferiori. Inoltre lo strato scuro spesso 5 – 10 cm che si può chiaramente vedere alle Stevns Klint (chiamato anche Limite K-T o Fiskeler), è ricco di Iridio, un metallo di transizione che è piuttosto raro sulla superficie terrestre mentre è abbondante nei meteoriti. Molte altre prove supportano l’ipotesi che il fisico Louis Alvarez ed il geologo Walter Alvarez (suo figlio) formularono lavorando in una cava in Italia.
D’altro canto bisogna dire che il nucleo della terra sembra essere ricco di Iridio e quindi questa abbondanza potrebbe essere di origine vulcanica. L’ipotesi di Alvarez, comunque, al momento è considerata la più attendibile.
Come è facile aspettarsi queste rocce sono estremamente fossilifere per cui, se avete tempo, potreste recarvi nella vicina cava di calcare di Faxe (a circa mezz’ora di macchina) dove c’è un museo della geologia e dove è possibile cercare fossili in autonomia.
Le Stevns Klint – Il faro di Stevns
Noi abbiamo preferito proseguire lungo il sentiero fino a raggiungere il faro di Stevns.
Lungo questo facile sentiero si possono ammirare panorami mozzafiato non solo verso il mare e le scogliere ma anche verso l’interno e le sconfinate distese di campi di grano maturo o appena tagliato. E’ stata una passeggiata veramente rilassante.
Qui si trovano alcuni resti di installazioni militari, il che ci porta ad un’altra cosa molto interessante di questa zona.
Cold War Museum Stevns Fortress
Le scogliere di Stevns Klint affacciano direttamente verso paesi che, durante la guerra fredda, erano sotto l’influenza dell’Unione Sovietica ed il tipo di roccia di cui sono fatte è particolarmente resistente agli shock dovuti all’esplosione di ordigni sia convenzionali che nucleari.
Nel 1953, quindi, la NATO decise di impiantare qui una base segreta allo scopo di fronteggiare un’eventuale invasione. La base è realizzata sotto terra e comprende circa 1500 metri di tunnel, acquartieramenti e centri di comando. Ci sono anche un’ospedale ed una cappella.
La fortezza rimase top secret ed operativa ben oltre la conclusione della guerra fredda, fu infatti dismessa nel 2000 e, nel 2006, aprì al pubblico.
Nel periodo estivo è aperta dalle 10 alle 18 ma la visita è solamente guidata e dura un’ora e mezza. Troppo per il tempo di attenzione di un piccolo bisonte di quattro anni.
Noi proprio normali normali non siamo
Abbiamo, così, dovuto rinunciare con grande dispiacere. E’ stato un vero peccato anche perché queste cose ci affascinano molto.
Ci ricordiamo perfettamente di quando ci siamo avventurati per chilometri in una impenetrabile foresta in Lituania, su strade esclusivamente sterrate ed armati solo di qualche vaga indicazione, per andare a cercare una base abbandonata dell’ex URSS dalla quale erano pronti a partire giganteschi missili intercontinentali armati con testate nucleari da silos sotterranei.
La base era talmente nascosta ed inaccessibile che fu costruita e poi smantellata senza che gli abitanti locali se ne accorgessero e venne scoperta grazie a foto satellitari solo anni dopo il suo smantellamento. Una visita molto istruttiva ma altrettanto inquietante.
Per sdrammatizzare un po’ Adriana si era fatta scattare una foto mentre mangiava un panino accanto alla bocca di un silos.
Mangiate panini, non fate la guerra!
Chi può essere così pazzo da lanciarsi in avventure simili se non due un po’ fuori di testa come noi che sono sempre in cerca di cose particolari e “fuori dal comune”?
Comunque, una scritta alla fortezza di Stevns rappresenta bene il sentire del tempo: “Better both feet in NATO than a cold ass in Siberia“.
Al termine della mezza giornata abbondante passata alle Stevns Klint abbiamo ripreso l’auto per dirigerci verso il secondo obiettivo della giornata: le Mons Klint, un altro patrimonio UNESCO.
A questo punto, però, dobbiamo anche fare ammenda ammettendo che la scusa dei dinosauri per interessare il piccolo bisonte l’avevamo già usata l’inverno precedente quando siamo stati a Montreux (casomai la possibilità di incontrare Babbo Natale non fosse bastata a convincerlo). Cosa c’entrano i dinosauri con la tranquilla cittadina sul lago di Ginevra? Andate a leggere qui.
Informazioni utili
Faxe Geomuseum: https://kalklandet.dk/english/geomuseum-faxe
Cold War Museum Stevns Fortress: https://kalklandet.dk/english/stevnsfort-cold-war-museum
CHe posto bellissimo. Devo inserirlo nel giro del mondo. A Chandra piacerebbe sicuramente e anche a me.
Sicuramente ma devo dirti che ho dei seri dubbi sulla sua accessibilità… Però ammetto di non aver prestato attenzione alla presenza di percorsi attrezzati.
Molto interessante la teoria sull’estinzione dei dinosauri. Qui in casa mia non si parla d’altro. I dinosauri sono il mio pane quotidiano
Ah ah ah, idem, continuiamo a ripeterla ancora adesso. Mangiando cena, poi, va alla grande!
Mi è sempre interessato approfondire questo tema dell’estinsione dei dinosauri. Molto interessante! Un posto incredibile davvero. È bello che andate sempre alla scoperta di luoghi che hanno una storia. Non i soliti posti, bravi.
Noi se non troviamo sempre qualcosa di particolare o poco conosciuto non siamo contenti! Non per snobbare le mete più classiche (che se sono tali ci sarà pure un perché) ma perché ci sono tantissimi posti ingiustamente sottovalutati. Oppure per cercare posti che attirino il nostro interesse e magari uniscano un po’ di storia ed un po’ di scienza.
Mi piace leggere di cose nuove che non conosco e tu oggi mi hai regalato un bel viaggio in danimarca.
Grazie mille, mi fa molto piacere che il nostro racconto ti sia piaciuto. Continua a seguirci perché usciranno molti altri articoli sulla Danimarca!
Io che adoro viaggiare tu dico che hai un blog fantastico! Grazie per tutte le info!
Ma grazie! Troppo gentile! Non credo che meritiamo complimenti come questi ma, ovviamente, ci fanno molto piacere.
Conosco poco la Danimarca, ma mi sembra che abbia tanto da offrire. Davvero un luogo interessante quello che hai raccontato in questa pagina.
Anche noi non conoscevamo praticamente nulla prima di metterci a “studiare la meta” per questo viaggio e ci ha veramente stupiti!
Non immaginavo che questa località fosse di così grande interesse per la scienza e che il suo nome si legasse all’era dei dinosauri.
Effettivamente non è un posto tra i più conosciuti ed anche l’ingresso tra i siti UNESCO è molto recente (2014). Però, pur essendo di minor impatto rispetto ad altri siti simili (come ad esempio le scogliere bianche di Mons di cui parleremo nel prossimo post della serie sulla Danimarca, è molto molto interessante.
In primis complimenti per il blog, trovo molto piacevole la navigazione. E poi non avevo mai pensato a dare dei temi ad un viaggio on the road: ottima idea!
Grazie mille per i complimenti! Per quanto riguarda il tema dei viaggi noi lo facciamo spesso perché, in fin dei conti, quando vai a visitare un posto non visiti mai a caso. Devi sempre scegliere qualcosa dato che è impossibile visitare tutto nel tempo limitato che si ha a disposizione. Quindi è importante stabilire un criterio per la scelta. Noi quando studiamo una meta individuiamo dei “settori di interesse” che possono in qualche modo “contenere” le tante cose visitabili e poi scegliamo il settore o tema che ci interessa di più. Nei viaggi più lunghi come quello in Danimarca abbiamo potuto scegliere tre temi nell’ambito dei quali visitare alcune tra le cose possibili in base al nostro interesse. E’ un modo come un altro per programmare un viaggio in modo da sfruttare al meglio il tempo disponibile ed anche per avere un piano B (ed anche un piano C) nel caso qualcosa andasse diversamente da quanto pianificato.
Il tuo racconto é molto coinvolgente e i posti visitati estremamente interessanti. Grazie per avermi fatto viaggiare con la fantasia
Grazie a te per essere passata a leggerci! Se, poi, ti abbiamo dato qualche spunto per un nuovo viaggio siamo ancora più contenti.