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Oggi vi proponiamo una gita semplice, alla portata di tutti ma che regala il fascino della storia antica e misteriosa, dall’interpretazione dubbia e, quindi, forse ancora più affascinante. Venite con noi sulla vetta di Punta Tre Valli in Val Chisone alla ricerca dei segni del passaggio degli uomini dell’età del bronzo.
Punta Tre Valli, una storia che arriva dall’età del Bronzo
Se siete appassionati di preistoria oppure i piccoli di casa stanno studiando gli uomini primitivi e volete unire questo alla passione per la montagna, allora questo facile trekking in Val Chisone (TO) fa per voi.
In generale sono diversi i siti in cui trovare incisioni o sculture rupestri in Piemonte. Più nello specifico, ci sono moltissime prove del fatto che la Val Chisone è stata abitata dall’uomo fin dalla preistoria. Tra queste vi sono le numerose incisioni rupestri che si trovano in diverse località. Ad esempio a Roure “Balm canto” o “Balm’Chanto” (a Seleiraut) e “Peiro d’la cru” (a Gran Faetto) o a San Germano Chisone. Alcuni esperti del Centro Studi e Museo d’Arte Preistorica di Pinerolo hanno raccontato al piccolo bisonte durante una gita scolastica, che alcune incisioni sembrano risalire al periodo della prima età del bronzo e sono state studiate, sin dalla fine dell’800, da studiosi della Regia Accademia delle Scienze di Torino e, negli anni ’20, da Silvio Pons sotto la guida del Soprintendente Archeologico del Piemonte Piero Barocelli.
La Beidana, una rivista della Società di Studi Valdesi, ci racconta che:
“La presenza di queste opere su pietra è talmente radicata nell’immaginario comune che alcune sono alla base di storie e leggende. Storia e fiaba, arte e leggenda. Quando pensiamo all’arte rupestre subito ci possono venire in mente luoghi come le famosissime grotte di Lascaux e Altamira, con i loro maestosi bestiari preistorici. C’è da dire che gli autori di arte rupestre delle vallate del Pinerolese forse non avevano l’estro artistico dei loro “colleghi” d’oltralpe o meglio i paradigmi e le società preistoriche si fondavano ora, nell’Era Post-Paleolitica, su nuovi paradigmi socio economici; le incisioni su pietra del pinerolese sono in grandissima parte coppelle (dei catini in miniatura talvolta presenti a decine su uno stesso masso), croci (simboli solari forse riferibili a pratiche rituali o religiose), figure umane stilizzate.”
E. Genre, M. Grondana, e G. Rosso, Tre itinerari nell’arte rupestre delle valli pinerolesi. La Beidana, Anno 34, no. 92, Giugno 2018, online: https://www.studivaldesi.org/pubblicazioni/la-beidana-n92-1.php
Seguendo questo filone, vi proponiamo un’escursione lungo un itinerario differente rispetto a quelli citati nell’articolo. Un trekking facile per vedere le incisioni rupestri su Punta Tre Valli in Val Chisone che è piaciuto sia a noi che al piccolo bisonte che è arrivato in cima decisamente stanco ma super motivato dalla possibilità di vedere (e toccare con mano) le incisioni dei nostri antichi antenati. Non è uno tra i sentieri della Val Chisone più frequentato e, francamente, la cosa ci stupisce un po’.
Dobbiamo essere sinceri? Non siamo proprio sicuri che quelle che vi segnaliamo siano effettivamente incisioni dell’uomo primitivo: secondo alcune fonti, su questa cima si troverebbero resti di una ridotta, alcuni trinceramenti dei tempi sabaudi e, su una roccia, incisioni indicanti confini geografici. Noi non abbiamo visto niente di tutto ciò. La “roccia dei confini” dovrebbe recare incise delle scritte ben visibili che però non abbiamo visto. O si tratta di due cose diverse oppure una delle due spiegazioni è sbagliata.
Noi preferiamo pensare al fascino misterioso di antichi progenitori che hanno lasciato un segno del loro passaggio, magari, della loro cultura e, da qui, hanno lasciato vagare lo sguardo sulle valli sottostanti sognando di prendere il volo, proprio come abbiamo fatto noi con il nostro drone.
Escursione su Punta Tre Valli in Val Chisone – dati tecnici
Difficoltà: E
Dislivello: 459m
Quota di partenza: 1200m
Quota di arrivo: 1659m
Tempo di salita: 1/1.5 ore
Materiale richiesto: Scarponcini, abbigliamento tecnico a strati adatti alla stagione, eventuale giacca anti vento/impermeabile, acqua.
Punto di partenza ed arrivo: Borgata Faure di Pomaretto (TO)
Trekking su Punta Tre Valli da Borgata Faure di Pomaretto, descrizione del percorso
Ci troviamo in Val Chisone (TO); per raggiungere il sentiero per Punta Tre Valli dall’abitato di Pomaretto, alle spalle dell’Ospedale Valdese, seguite la strada che sale sulla destra in direzione Faure (seguire le indicazioni stradali). Salite lungo la stretta strada asfaltata che sale il ripido fianco della montagna fino alla borgata Faure (quota 1200m) dove la strada termina. Prestate attenzione al fatto che c’è parcheggio solo per poche auto.
Lasciata l’auto si trova presso le case una palina con indicazioni a destra verso Punta Ceresa (1268m) ove si trova una zona di decollo per parapendio che si raggiunge in una mezzoretta, ed a sinistra verso Punta Tre Valli. Ovviamente dovete seguire la direzione verso sinistra. Da qui in poi non ci si può più sbagliare: ci sono solamente due percorsi che scorrono affiancati: l’antica mulattiera e la nuova strada forestale. Noi abbiamo seguito la prima per la salita e la seconda per la discesa.
Dopo il primo breve tratto di salita, la mulattiera passa per i resti della borgata Soussa, risalenti al 1768. Qui un cartello ci informa che, fino al 1850 circa, la Soussa fu la borgata abitata tutto l’anno più in quota di Pomaretto. Se, invece, avete deciso di salire per la strada forestale, passerete solo nelle vicinanze della Soussa.
Che seguiate un percorso o l’altro, raggiungerete Lou Culet, un colletto a quota 1400 (quasi esattamente a metà del percorso). Qui si trovano resti di trinceramenti eretti dai valdesi nel periodo delle persecuzioni (circa 1600). Un’altra particolarità è che, fino a metà del 1900, l’area di Lou Culet era coltivata a patate. Qui la strada forestale finisce e dovrete proseguire per il sentiero che sale ripido attraverso una bella abetaia.
Prestate attenzione al fatto che la vetta si raggiunge deviando leggermente dal sentiero sulla destra. Siccome la quota è bassa, la vetta è ricoperta di alberi ed è indicata da un cartello. Se mancate la deviazione e proseguite il sentiero scende dall’altro lato, quindi è difficile sbagliarsi.
Raggiunta la vetta noterete immediatamente, a poca distanza, un affioramento roccioso a sbalzo dal quale si gode un bel panorama. Su queste rocce si possono vedere (magari aiutandosi con un po’ di acqua per renderle più evidenti, come abbiamo fatto noi) le incisioni rupestri (o petroglifi) che stavamo cercando. Sono simboli di cui non conosciamo il significato. Uno potrebbe essere una coppella, un altro forse è una figura umana stilizzata mentre altri due assomigliano ad alcune righe verticali sormontate da una M e ad una P.
Informazioni utili
Portatevi acqua da casa perché l’acqua della fontana presente alla borgata Faure non è potabile e non se ne trova lungo il percorso. Inoltre l’ultima parte del sentiero è piuttosto ripida, quindi indossate scarponcini ed attrezzatura adatta.
Se, dopo aver raggiunto la vetta, proseguite lungo il sentiero, potete percorrere il cosiddetto anello di Punta Tre Valli ma noi non l’abbiamo fatto quindi non ve lo sappiamo descrivere.
Per questa gita è tutto ma, se vi interessano altri trekking, potete trovare alcuni altri nostri articoli in merito qui.
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