Il parco archeologico di Arzachena – In Gallura alla ricerca dei giganti

Esistono posti che uniscono storia, mistero, panorami mozzafiato e che sono, allo stesso tempo, perfetti per i bambini (anche per quelli piccoli)? I primi tre requisiti si riscontrano spesso e, qui in Italia, di posti del genere ne abbiamo in abbondanza. Soddisfare l’ultimo requisito è sicuramente più complesso. Siccome la costa smeralda non è solo mare e mondanità, il Parco Archeologico di Arzachena è un posto da non perdere se vi trovate in Sardegna ed, in particolar modo, se state visitando la Gallura.

Autoscatto al Parco Archeologico di Arzachena
Eccoci, siamo noi!

Si tratta di un parco molto esteso che comprende importanti complessi nuragici, necropoli e … tombe dei giganti. Basterebbe già solo quest’ultimo nome per stuzzicare immediatamente la curiosità dei più piccoli e trasformare una noiosa (per loro) visita culturale ad un sito archeologico in un’avventura meravigliosa alla caccia dei giganti. Per il nostro piccolo bisonte è stato proprio così.

I siti archeologici di questo complesso sono sette e questo lo rende decisamente particolare ed interessante sia per la densità di siti rispetto all’estensione sul territorio, sia per la varietà degli stessi.

I fantastici paesaggi in cui è immerso il Parco Archeologico di Arzachena.
I fantastici paesaggi in cui è immerso il Parco Archeologico di Arzachena.

I siti visitabili sono: Necropoli Li Muri, Tomba dei Giganti Li Loghi, Tomba dei giganti Caddu ‘Ecchiu, Tempietto Machittu, Nuraghe Albicciu, Tomba Moru, Nuraghe La Prisgiona.

Per visitarlo tutto occorre molto tempo, noi consigliamo di passarci una giornata (o almeno mezza) per vedere visitare almeno i siti principali. Noi abbiamo scelto un percorso ad anello che ci ha portato a visitare la Tomba dei Giganti Caddu ‘Ecchiu, il Nuraghe La Prisgiona e la necropoli Li Muri per poi tornare ad Arzachena passando dalla sua vecchia stazione ferroviaria abbandonata.

Parco Archeologico di Arzachena: Cenni storici

Nel territorio di Arzachena si sviluppò, intorno al 3500 a.C., la cosiddetta “cultura gallurese” che ci ha lasciato, come principale traccia, le “necropoli a circoli megalitici” il cui esempio più importante è proprio quello di Li Muri che abbiamo visitato noi e che è descritto più avanti nell’articolo. I dolmen, i menhir e le “Tombe dei Giganti” (sepolture monto suggestive e di notevoli dimensioni) sono di epoca successiva. In gallura, poi, i nuraghi compaiono a partire dal 1800 a.C.

L’interno della tomba dei giganti Caddu ‘Ecchiu.

Tutt’oggi aleggia intorno a questa civiltà un alone di mistero perché, non avendo lasciato tracce scritte (le prime tracce di scrittura “in lingua” in Mesopotamia ed in Egitto vengono datate intorno al 4000  ed al 3200 a.C., rispettivamente), si sa veramente poco sulle loro abitudini, attività e struttura sociale. Ad esempio si ipotizza che la funzione dei nuraghi fosse simile a quella dei castelli medioevali ma questa ipotesi è ancora lontana dall’essere confermata. Poco si sa anche sulla scomparsa dei popoli nuragici, presumibilmente avvenuta in epoca pre-romana e questo contribuisce all’alone di fascino e mistero che aleggia sui resti archeologici.

Parco Archeologico di Arzachena: Tomba dei Giganti Caddu ‘Ecchiu

Noi abbiamo iniziato il nostro percorso di visita dalla Tomba dei Giganti Caddu ‘Ecchiu (o ‘Ecchju o Vecchiu o…). Si tratta di un monumento funerario utilizzato come sepoltura multipla che risale al 2500 a.C.. In origine era un dolmen a corridoio lungo circa 10 metri ed ancora visibile. Spicca la stele davvero gigante (infatti è la più alta della Sardegna) che costituisce l’ingresso della tomba e che contrasta con la piccolissima entrata, attraverso la quale, per dare un’idea delle dimensioni, un bambino potrebbe passare a carponi.

Tomba dei giganti Caddu 'Ecchiu
Tomba dei giganti Caddu ‘Ecchiu

Il sito è veramente suggestivo, forse il più suggestivo che tra i tre siti che abbiamo visitato nel parco archeologico di Arzachena, e si trova adagiato su una collinetta e circondato da splendidi vigneti. Veramente una vista impagabile.

Vigneti nel Parco Archeologico di Arzachena
Vigneti nel Parco Archeologico di Arzachena

Daniele è stato molto affascinato da questo luogo e non riusciva a capacitarsi del fatto che i giganti (che lui è tutt’ora convinto esistessero davvero), potessero passare in quella porta piccolina. Alla fine, dopo un lungo pensare ed esaminare, è giunto alla conclusione che i giganti dovevano essere magici per cui, per entrare diventavano piccolini e, una volta dentro, puff… e ritornavano grandi!

Ma come facevano ad entrare lì dentro?
Ma come facevano ad entrare lì dentro?

Parco Archeologico di Arzachena: Nuraghe La Prosgiona

Poco lontano dalla Tomba dei Giganti di Caddu ‘Ecchiu, si trova il Nuraghe la Prisgiona. Si tratta do un vero e proprio complesso costituito dal nuraghe e da un villaggio di circa cento capanne ma non tutta la zona è già stata scavata.

Daniele, non scappare via con il passeggino!
Daniele, non scappare via con il passeggino!

Tramite appositi percorsi e camminamenti in legno adatti anche ai passeggini o alle sedie a rotelle (questo sito è, quindi, adatto anche ai portatori di handicap), si può entrare all’interno del sito e di quello che resta delle costruzioni. Si può entrare anche dentro la torre del mastio centrale del nuraghe e vedere dall’interno la falsa cupola della camera centrale alta più di sei metri. Nel cortile c’è anche un pozzo all’interno del quale sono stati trovati reperti in ceramica e vicino al quale si trova una “camera delle riunioni” con una panca circolare in pietra che poteva ospitare fino a sedici persone.

Lungo il perimetro della zona scavata ed accessibile al pubblico, sono stati realizzati dei punti di osservazione sopraelevati in legno sui quali si può salire per avere una migliore vista del complesso.

Vista da uno dei punti di osservazione sopraelevati.
Vista da uno dei punti di osservazione sopraelevati.

Qui, oltre ad imparare qualcosa su questa misteriosa civiltà, ci siamo anche divertiti a giocare un po’ a nascondino con Daniele al quale sono molto piaciuti i resti delle casette, i muri ed i passaggi stretti in cui infilarsi. Non essendoci pericoli ha potuto scorrazzare liberamente andando ad esplorare a modo suo questa “casa dei giganti” e le domande “ma abitavano qui?”, “E dove sono andati?”, “Come mai non ci sono più?” si sono davvero sprecate.

Parco Archeologico di Arzachena: necropoli Li Muri

La necropoli Li Muri, seppur decisamente meno appariscente degli altri due siti che abbiamo visitato, è uno dei monumenti più noti del Parco Archeologico di Arzachena. E’ il monumento simbolo della cosiddetta “cultura gallurese” o “cultura dei circoli megalitici” ed effettivamente è molto affascinante immaginare quali potessero essere i pensieri che hanno portato questa antica civiltà a realizzare particolari allineamenti di massi, circoli concentrici, ecc per realizzare questo luogo di sepoltura.

In particolare, questo monumento risalente al neolitico è costituito da quattro tombe circondate da lastre infisse verticalmente nel terreno in cerchi concentrici. Questa struttura si chiama “circolo con cista litica” ed è tipica della cultura gallurese. Originariamente le tombe erano completamente ricoperte di terra a formare dei tumuli e le lastre disposte nei circoli servivano a proteggere il tumulo dal dilavamento dovuto alla pioggia.

Parco Archeologico di Arzachena: cos’abbiamo imparato

Certamente il piccolo bisonte, a tre anni compiuti da poco, non è ancora interessato all’aspetto culturale ma, a modo suo, ha imparato tante cose e, soprattutto, si è divertito un sacco per cui non abbiate esitazioni a visitare il parco archeologico di Arzachena con i vostri bambini anche se sono piccoli.

Abbiamo passato una gran bella giornata in mezzo a paesaggi davvero mozzafiato. E’ stata molto interessante per tutti e ci è servita per imparare qualcosa su una civiltà di cui, prima, non conoscevamo nulla. Ma ci è servita anche per imparare qualcosa di più su di noi. Tutto grazie ad una semplice osservazione del piccolo bisonte

Daniele ha ripetuto varie volte, soprattutto durante la visita al nuraghe, che noi siamo meglio dei giganti perché le nostre case sono più belle (però i giganti sono sempre cool, eh!). Questo ci ha portati a fare una riflessione: noi non possiamo dire di essere migliori di chi ci ha preceduto, alcune cose le facciamo meglio grazie alla tecnologia ed alle conoscenze che l’umanità ha acquisito nei secoli ma questo è solo progresso tecnologico.

Ed allora cos’è che rende una persona migliore di un’altra? Il suo modo di comportarsi? La sua educazione? Il suo pensiero? E’ un concetto difficile da definire anche perché bisognerebbe prima definire cosa si intende per “migliore”. Il piccolo bisonte parlava di una superiorità tecnologica mentre a noi è immediatamente venuto da pensare a cosa rende una persona migliore a livello umano.

Il “chi e come siamo” ha una base genetica ma è altrettanto consolidato il fatto che l’ambiente circostante ha un’influenza notevole e quest’influenza è tanto più importante quanto più le persone sono giovani ed “in crescita”.

Ognuno di noi ha un suo personale concetto di “migliore” e fare confronti e giudicare gli altri non è una pratica opportuna e corretta. Però possiamo fare questo ragionamento con noi stessi. Ci conosciamo bene, sappiamo i nostri pregi ed i nostri difetti e sappiamo anche com’è la società in cui viviamo e con la quale ci dobbiamo confrontare. Dunque l’impegno che abbiamo preso nei confronti di nostro figlio è non solo quello di cercare di prepararlo alla vita ma anche quello di fare di tutto affinché, crescendo, diventi migliore di noi. Secondo il nostro personale concetto di “migliore”.

Alla fine è un ragionamento simile a quello che papy Luca aveva fatto un po’ di tempo fa ragionando sul suo impegno da volontario in Croce Rossa (da 18 anni circa al momento di scrivere questo pezzo) e sul senso di sottrarre tempo prezioso alla famiglia quando se ne ha già così poco a disposizione.

Sono queste scoperte, sul mondo e su noi stessi, che rendono il viaggio un elemento imprescindibile della nostra vita ed il viaggiare con il nostro bambino al seguito non fa che stimolare e rendere più arricchente ogni esperienza.

WHERE DO WE GO NEXT?

Parco Archeologico di Arzachena: informazioni utili (Aggiornate a Marzo 2018)

Sito internet ufficiale: https://www.gesecoarzachena.it/

Come arrivare: I monumenti del parco sono sparsi per il territorio comunale di Arzachena per cui è necessario avere la macchina per visitarli in un tempo ragionevole. Presso gli uffici turistici si possono trovare cartine con l’ubicazione dei monumenti. In alternativa potete consultare questa cartina di Google Maps con la localizzazione dei siti.

Costi: Sono diverse le biglietterie sparse sul territorio (o gli uffici turistici) in cui acquistare i biglietti per l’accesso ai siti (spesso in prossimità dei siti stessi) e sono possibili diverse soluzioni a seconda che si voglia visitare un solo monumento o più di uno o che si voglia visitare anche il nuaghe La Prisgiona o no. Noi, per visitare il nuraghe e gli altri due siti abbiamo speso 6 Euro a testa e Daniele non ha pagato. Per gruppi di più di 20 persone c’è una tariffa ridotta.

Questa stupenda giornata si è conclusa dove è cominciata, ovvero ad Arzachena dove abbiamo fatto una rapida toccata e fuga nel poco tempo rimasto prima di dover tornare alla base.

La visita a questo interessantissimo parco archeologico fa parte di un itinerario nel nord-est della Sardegna completamente baby friendly e preparato appositamente per non vedere solo il mare.

2 Risposte a “Il parco archeologico di Arzachena – In Gallura alla ricerca dei giganti”

    1. Una regione del genere non può essere ridotta alle sole spiagge ed io, che in spiaggia resisto poco, ho provato a cercare qualcosa di meritevole che fosse compatibile con il poco tempo a disposizione e che non fosse troppo distante da dove alloggiavamo. E non è stato difficile! Anzi, avrei voluto fare molte altre cose.

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