La casa di Anna Frank ad Amsterdam con i bambini

Ci siamo interrogati parecchio sull’opportunità o meno di portare il piccolo bisonte, che ha solo 4 anni e mezzo, a visitare la casa-museo di Anna Frank ad Amsterdam (qui i dettagli sul nostro itinerario in Olanda a misura di bambino). Infatti, la possibilità di visitare la casa di Anna Frank con i bambini, all’inizio, non ci è sembrata una buona idea. Il piccolo bisonte è ancora piccolo, capirà? Si spaventerà? Come spiegargli cosa è successo?

La casa di Anna Frank con i bambini, ha senso?

Alla fine abbiamo deciso che si poteva fare anzi, si doveva fare: non è mai troppo presto per imparare concetti come la tolleranza, il non aver paura dell’altro o del diverso. Non è mai troppo presto per imparare cosa può succedere se, invece, non ne facciamo tesoro.

Casa di Anna Frank Con I Bambini
© Anne Frank House / Photographer: Cris Toala Olivares

In un’epoca di nazionalismi sempre più alla ribalta, il sogno di un’Europa finalmente unita portato avanti da un’intera generazione, la nostra (la cosiddetta “generazione Erasmus”), sembra destinato a naufragare miseramente dietro gli egoismi dei singoli stati ormai non disponibili a rinunciare ad una briciola di sovranità nazionale in favore di un bene più comune.

Sarà che Adriana ed io, pur essendo nati e cresciuti nel periodo del primo programma che abbia veramente iniziato ad unire l’Europa ed a renderla senza confini, l’Erasmus non l’abbiamo fatto.

Sarà che il vivere (almeno per un breve periodo) in una cultura diversa, tra persone abituate diversamente, magari anche con idee politiche e religiose diverse, l’abbiamo potuto sperimentare soltanto parecchio dopo.

Sarà che, in qualche modo, questa pecca dovevamo pur espiarla.

Sarà forse una trama del destino cinico e baro, fatto sta che, troppo presi dalle millemila cose da fare, quando abbiamo provato ad acquistare i biglietti per la visita alla casa museo di Anna Frank ad Amsterdam non ci siamo riusciti.

Mancava più di un mese alla nostra partenza ma erano già finiti…

Per questo viaggio abbiamo avuto una lista di partner veramente d’eccezione ma la visita a questo museo non solo tenevamo particolarmente a farla, ma avremmo voluto farla in forma strettamente privata: niente social, foto, video, visite stampa, sponsor da accontentare. Nulla. Nemmeno la consideravamo una visita ad un luogo turistico, perché di fatto così non è. Volevamo che fosse un momento intimo per ricordare e riflettere.

Ma niente, biglietti esauriti per tutti i giorni della nostra permanenza in città. Molto delusi ma per niente disposti a rinunciare, abbiamo deciso di tentare di aggiungere questa tappa alla parte di tour sponsorizzata, seppur piuttosto contro voglia per il venire a mancare dell’aspetto intimo e privato.


Otto Frank with Helpers, 1945

La famiglia Frank e gli altri occupanti dell’alloggio segreto vennero aiutati da quattro dipendenti della ditta del padre. Questa foto li ritrae insieme ad Otto Frank (unico sopravvissuto, seduto al centro) nel 1945 (Photo collection Anne Frank House, Amsterdam. No known copyright restrictions).

Forti delle collaborazioni ottenute per questo viaggio abbiamo prepariamo un “curriculum” ed un adeguato progetto, lo abbiamo sottoposto all’ufficio stampa del museo ma niente, ci hanno risposto picche: hanno regole stringenti e sono molto rigidi nel seguirle per cui ci è stato negato anche l’ingresso stampa.

Ma qui non si molla mai l’osso per cui abbiamo proviamo a far intercedere per noi uno dei nostri main sponsor ma niente da fare.

L’unica remota speranza rimasta era quella di attaccarsi al loro sito web fin dal mattino presto del giorno programmato per la visita e sperare di riuscire ad acquistare qualcuno degli ultimi biglietti (solo il 20% del totale) che vengono rilasciati solamente la mattina stessa. Ovviamente anche questo tentativo è andato buco. Ne siamo rimasti molto delusi.

Solitamente non parliamo mai di posti in cui non siamo stati personalmente ma, alla fine di tutto, ho deciso di scrivere comunque un pezzo sulla visita alla casa di Anna Frank con i bambini perché mi consente di fare un discorso più ampio.

Noi abbiamo fallito nell’andare a rendere un omaggio, nell’andare a riflettere e nel ricordare perché  non abbiamo fatto abbastanza caso a ciò che era necessario fare. Tuttavia qui siamo di fronte ad un fallimento dell’intera umanità concretizzato nell’abominio Nazista in Germania, Fascista in Italia e nei tanti altri fenomeni di intolleranza che ancora oggi ci sono. Alla luce dei recenti fatti di cronaca riguardo alle politiche migratorie, è possibile che il passato inizi a rispecchiarsi in quello che sembra essere il modo di fare dell’Europa di oggi?

Ad alcuni torna comodo così, grandi potenze chiudono gli occhi… Cose già viste, non vi sembra?


The Frank family, 1941

La Famiglia Frank al completo nel 1941 (Photo collection Anne Frank House, Amsterdam. No known copyright restrictions)

Noi abbiamo “fallito” perché abbiamo sottovalutato la portata del problema “organizzazione della visita alla casa di Anna Frank”, una piccola cosa tutto sommato. Ma bisogna vigilare perché sottovalutare la portata di ciò che, invece, sta avvenendo oggi anche alle porte di casa nostra (e che non è affatto una piccola cosa) può portare ad un fallimento ben più grande, un nuovo fallimento dell’umanità.

Sarà la storia a giudicare se ci stiamo avviando verso un altro periodo di buio declino. Sarà sempre la storia a stabilire se davvero anche il concetto di Europa sta per finire oppure no; sicuramente noi lo sentiamo minacciato.

Ed allora ha senso visitare la casa di Anna Frank con i bambini? Sì, ha senso (secondo noi), organizzatevi meglio di noi e portateceli. Intanto perché Anna Frank era una bambina. Un po’ più grande del piccolo bisonte ma pur sempre una bambina. Poi perché i pochi testimoni oculari rimasti di ciò che successe, fra qualche anno non ci saranno più e, si sa, i racconti senza testimonianze dirette fanno molta meno presa.

I nostri figli avranno molta più difficoltà di noi a riconoscere quello che è stato per quello che realmente è stato senza una guida. E non è mai troppo presto per iniziare a guidarli.

Attraverso la guida del passato, potranno avere gli strumenti adatti per contrastare le derive che si stanno palesando sempre più apertamente ai giorni nostri. La battaglia contro gli egoismi di certi stati che vogliono abbandonare l’Europa, depotenziandola e rischiando di indirizzarla verso un futuro tutt’altro che certo e contro la paura di certi altri che chiudono le porte (gli occhi ed il cuore) di fronte alle sofferenze di tanti dobbiamo iniziarla noi ma toccherà ai nostri figli portarla avanti.

Anna Frank
© Anne Frank House / Photographer: Cris Toala Olivares

Intanto al piccolo bisonte, pur non avendo potuto portarlo a visitare il museo, abbiamo raccontato la storia, cercando di trasformarla in una forma adatta a lui ma mantenendone i contenuti. Per fargli capire che non è una storia inventata, l’abbiamo portato a vedere la casa da fuori e l’abbiamo portato a rendere omaggio alla piccola Anna di fronte alla statua con ai piedi sempre fiori freschi che si trova lì accanto.

Lui ha capito e ne è rimasto scosso. A modo suo ha iniziato a voler bene a quella bambina un po’ più grande di lui al punto che ha voluto tornare altre due volte “a trovarla”. Ha anche voluto che facessimo una foto con lei. Io avrei evitato: il selfie in questa occasione non ci sembrava una cosa appropriata ma l’abbiamo fatto lo stesso. Serviva a lui per sottolineare un momento importante. Adriana non ha voluto partecipare, la capisco, come ho detto è una foto che non avrei scattato.

Ho, però, cercato di fare l’autoscatto più discreto e delicato possibile nel limite delle mie scarse capacità: non abbracciati alla statua, senza colori vivaci, semplicemente noi e la dolce Anna sfocata e poco visibile sullo sfondo ma con una luce drammatica che ne illumina solo un lato.

Casadi Anna Frank Con I Bambini NoiOgni volta che vede questa foto il piccolo bisonte vuole che gli raccontiamo di nuovo la storia di Anna e ci riempie di domande alle quali noi cerchiamo di rispondere come possiamo.

“Succederà ancora?”. Eh, purtroppo è possibile. Sta a noi (ed a lui) vigilare affinché ciò non accada.

Siccome scrivendo si fissano bene le idee in testa, avrei voluto che disegnasse a modo suo quello che lo ha colpito e che ricorda maggiormente della tragedia della piccola Anna. Purtroppo a lui disegnare proprio non piace, quindi non c’è stato verso. Però abbiamo risposto più che volentieri alle mille domande che ci ha fatto e che, ogni tanto, a sorpresa, continua ancora a fare. Segno che, comunque, in testa la storia gli è rimasta ben bene.

E non cambiamo canale quando, al telegiornale, fanno vedere le imbarcazioni dei migranti “perché potrebbe impressionarsi”. Con la giusta guida di un adulto può imparare, invece che avere paura. Perché la paura è proprio quella può causare queste derive.

Dato che siamo qui a parlarvi del museo e di cosa avrebbe significato per noi andare a visitarlo, vi diamo tutte le informazioni del caso grazie, comunque, anche all’ufficio stampa che ci ha rimbalzati indietro con la velocità di un tappo di champagne (capita, ci può stare, non è un problema), però poi ci ha concesso l’uso delle immagini che trovate a corredo di questo nostro articolo.

Cosa vedere all’interno della casa di Anna Frank

Oltre ai locali che sono stati lasciati vuoti come li ha ritrovati Otto Frank al ritorno dal campo di concentramento (per sua espressa volontà), è possibile vedere il diario originale di Anna Frank, con la sua copertina a strisce rosse.

Casadi Anna Frank Con I Bambini Diario
Il diario originale di Anna Frank (© Anne Frank House).

Questo diario le fu regalato per il suo tredicesimo compleanno il 12 Giugno 1942, poche settimane dopo lei e la sua famiglia (insieme ad alcune altre persone) furono costretti a nascondersi nella depandance dell’azienda del padre in cui si produceva pectina (usata ancora oggi per fare la marmellata) per i successivi due anni circa.

A rotazione sono esposti anche alcuni dei 215 fogli sui quali Anna riscrisse il diario dopo aver saputo che il governo olandese in esilio a Londra, avrebbe voluto raccogliere i diari degli abitanti dopo la guerra. Nella fase di riscrittura ne cambiò la forma trasformandolo in una storia intitolata “La dependance segreta”.

La scoperta del nascondiglio ed il conseguente arresto avvennero il 4 Agosto 1944. La riscrittura del diario non era ancora terminata.

Casa di Anna Frank Con I Bambini Diario
© Anne Frank House / Photographer: Cris Toala Olivares.

Noi non lo sapevamo ma Anna, che sognava di fare la giornalista e la scrittrice, durante i due anni di nascondimento tenne anche altri blocchi di appunti. Uno, chiamato Il libro delle frasi preferite, sul quale annotava le sue frasi e citazioni preferite ed un altro chiamato libro delle favole contenente delle storie inventate da lei. Entrambi sono visibili nel museo.

L’ingresso nascosto dietro una libreria girevole è stato mantenuto così come i segni sul muro con cui il padre indicava l’altezza di Anna e della sorella maggiore Margot. Nei due anni di nascondiglio, Anna crebbe di ben 13 cm mentre Margot solo di uno.

Casa di Anna Frank Con I Bambini Libreria
© Anne Frank House / Photographer: Cris Toala Olivares

Un’altra particolarità di cui non eravamo a conoscenza è che gli abitanti dell’appartamento segreto erano costantemente informati sull’andamento della guerra tramite la radio, con la quale ascoltavano le trasmissioni della BBC. Il padre di Anna, Otto, appese nell’appartamento una mappa della Normandia sulla quale annotava i progressi delle truppe alleate.

A tal proposito è utile ricordare che lo sbarco in Normandia è avvenuto il 6 Giugno del 1944 e mi viene subito da pensare all’ansia mista alla speranza con cui Anna ed i suoi familiari apprendevano dell’avvicinarsi della salvezza. Purtroppo, però, furono scoperti, arrestati e deportati tre mesi dopo lo sbarco. Il 7 Maggio 1945 le truppe tedesche nei paesi bassi si arresero. Due giorni dopo la Germania nazista si arrese definitivamente. La povera Anna, però, era ormai morta da un paio di mesi nel campo di concentramento di Bergen-Blesen, che fu liberato dalle truppe alleate circa un mese e mezzo dopo la sua morte.

Come organizzare la visita

La casa museo di Anna Frank si trova in pieno centro storico di Amsterdam (Prinsengracht 263), quindi è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici ed a piedi (noi abbiamo girato la città sempre a piedi dato che le distanze non sono grandi).

Per quanto riguarda l’acquisto dei biglietti, essi non vengono più venduti direttamente sul posto (come mi dicono avvenisse in passato) bensì solamente online. Per prenotare la vostra visita dovete scegliere la data di vostro interesse; i biglietti per quella data vengono venduti sul sito ufficiale a partire da due mesi esatti prima (a partire dalle ore 12) e vi avvertiamo che, di solito, spariscono nel giro di pochi giorni, soprattutto nei periodi di alta stagione.

Se, come noi, non siete riusciti ad aggiudicarvene uno, il rimanente 20% viene messo in vendita (sempre online sul medesimo sito) a partire dalle 9 del mattino del giorno stesso. Dovrete accedere al sito in anticipo e verrete inseriti in un’apposita “coda”. A noi era stato consigliato di mettersi in coda a partire dalle 8 e che, in quel modo, non ci sarebbero stati problemi. Per sicurezza ci siamo “appostati” a partire dalle 7 ma ci siamo trovati davanti già oltre 500 persone rendendo l’attesa completamente vana.

Se siete tra i fortunati a riuscire ad entrare, potrete vedere l’appartamento segreto in cui Anna e la sua famiglia hanno vissuto nascosti per due anni e dove ha scritto il suo famoso diario. E’ possibile scegliere se abbinare alla visita un programma introduttivo di 30 minuti in lingua inglese.

Informazioni utili

Sito internet: http://www.annefrank.org/it/Museo/Informazioni-pratiche/Vendita-on-line-dei-biglietti/

Indirizzo: l’ingresso si trova in Westermarkt 20, dietro l’angolo rispetto a Prinsengracht 263

Costo: La casa di Anna Frank non è compresa nella IAmsterdam card ed il biglietto di ingresso costa 10,5€ (5,5€ da 10 a 17 anni, 0,5€ fino ai 9 anni). E’ possibile, aggiungendo 5€, assistere ad un programma introduttivo di 30 minuti in inglese adatto anche ai bambini ma dai 10 anni in su.

Accessibiità: il museo non e facilmente accessibile ai portatori di handicap essendoci diverse scale ripide.

 

28 Risposte a “La casa di Anna Frank ad Amsterdam con i bambini”

  1. HA SUPER SENSO E LO SCRIVO IN MAIUSCOLO! E lo dice una persona che ci è stata, da bambina e proprio grazie ai suoi genitori. E’ stato nell’epoca pre internet e pre tutto: la coda si, l’abbiamo fatta ma arrivando in orario d’apertura fu molto semplice entrare. Sin da piccola sono appassionata di storia e dei fattacci del ventennio: mi sono sempre chiesta perchè tutto questo fosse accaduto e come nel mio piccolo dovessi impegnarmi alla memoria affinché non si ripeta. Quest’anno a giugno visiterò Auschwitz e spero di concludere – o forse dovrei dire – iniziare un nuovo lavoro di consapevolezza verso chi è tornato a compiere gesti osceni come raccontano gli articoli di cronaca oggi.

    1. Grazie Fabiana per la tua testimonianza. E’ proprio perché la situazione di oggi vede devianze di questo tipo farsi più presenti ed aggressive che riteniamo importantissimo iniziare l’educazione e la sensibilizzazione fin da piccolissimi. Speriamo di stimolare anche in nostro figlio una giusta propensione al ricordo ed alla vigilanza.

  2. Ho letto il Diario di Anna Frank che avro’ avuto forse 11 o 12 anni e mi ricordo ne rimasi talmente colpita da cercare tantissime informazioni e da voler leggere anche libri di memorie di persone che Anna l’avevano conosciuta o memoriali di persone sopravvissute ai campi di concentramento. Purtroppo anche io, come voi, quando sono stata ad Amsterdam mi sono mossa troppo in ritardo e non sono riuscita ad acquistare i biglietti. Trovo comunque che, con le giuste “precauzioni” la storia di Anna vada raccontata ai bambini, anche al vostro piccolo bisonte nonostante la sua giovane eta’.

    1. E’ vero anche perché vengo dalla mia esperienza personale: la maestra ci faceva leggere il diario alle elementari, a partire dalla prima. E 6 anni non sono molto diversi da 5. E’ vero che a quelle età si cambia molto ed in fretta ma abbiamo pensato che fosse un messaggio da iniziare a trasmettere anche a lui.

  3. Mi è piaciuto molto come avete impostato la visita e le considerazioni che avete fatto per far accettare al piccolo di casa, un argomento così forte sul piano emotivo. Si siamo la generazione Erasmus e abbiamo il peso di tutto questo anche nel fallimento che per molti versi abbiamo provocato e dobbiamo recuperare per noi ma soprattutto per i nostri figli.

    1. Grazie mille, sono argomenti difficili già per bambini più grandi. Speriamo di aver fatto un buon lavoro e di aver seminato qualcosa.

  4. Ho visitato la casa di Anna Frank 3 anni fa con mio figlio adolescente. Avevamo già visitato Berlino e la Casa del Terrore un paio di anni prima e sapevamo che questo sarebbe stato decisamente formativo. Anche se aveva già studiato il Nazismo a scuola, non si è mai preparati a visitare questi luoghi. Non credo che avrebbe avuto lo stesso effetto se fosse stato più piccolo perchè non sarei stata capace di raccontarglielo in forma di storia come avete fatto voi, ma vedere gli occhi lucidi di mio figlio, mi ha fatto capire che stavo facendo un buon lavoro e che non dimenticherà quello che ha visto e la commozione che ha provato. E che così, ho la speranza che farà sempre del suo meglio per essere un uomo tollerante e inclusivo.

  5. Non credevo fosse così complicato visitare la casa di Anna Frank, la mia eroina d’infanzia! Apprezzo moltissimo il messaggio di tolleranza che mandate attraverso questo post, è molto importante in questo periodo buio.
    Grazie di cuore.

    1. Eh, sì, bisogna partire per tempo e con un calendario preciso. Anche noi pensavamo fosse meno critico e così siamo rimasti fuori…

  6. Bellissime parole, che raccontano il passato, con considerazioni molto importanti. Amsterdam è una meta che la desidero da tempo. Grazie per l’articolo e di tutte le informazioni

  7. Bellissimo questo articolo, davvero complimenti. Io sono stata alla casa di Anna Frank dopo essermi innamorata di lei attraverso le pagine del suo diario. E’ un esperienza incredibile, stare li, vedere i nascondigli, sembrava quasi di sentirla parlare. credo che non ci sia una età giusta per capire, nè una per vedere gli errori per non ripeterli.

    1. Sì, sarebbe stato proprio bello poter entrare. Diciamo che abbiamo un’ottima scusa per tornare ad Amsterdam!

  8. Che bellissimo articolo! La tue parole lasciano un importante messaggio. Terrò a mente i tuoi consigli su prenotare in largo anticipo la visita.

    Grazie mille!

    1. Grazie mille Marika. Mi raccomando i due mesi! Se possiamo esserti utili per l’organizzazione del viaggio batti un colpo.

  9. Ho letto il tuo articolo da appassionata di storiografia prima, e poi da mamma. Parole bellissime, testo che andrebbe letto in aula ogni giorno. I bambini hanno bisogno di capire da subito quanto il mondo sia crudele, proprio per evitare che la storia si ripeta. Anche noi abbiamo in programma un viaggio ad Amsterdam e grazie alle tue info programmerò da subito la visita anche sa andremo a inizio ottobre.

    1. Grazie mille per i tuoi complimenti che non penso affatto di meritare. Ora ai bambini tendiamo ad addolcire tutto ma, ad esempio, le favole non erano così come le raccontiamo oggi (ad es. Andersen o i fratello Grimm) e la cosa aveva un senso. Ora si tende ad eccedere al contrario lasciando credere che il mondo sia una specie di favola rosa e che ogni bambino è “speciale” in qualche modo. Noi pensiamo che ci sia una giusta via di mezzo nell’educazione e nell’insegnamento ai figli e cerchiamo di seguirne una nostra versione personale. Speriamo di non sbagliare!
      Se ti servono info per il viaggio in Olanda batti un colpo. Usciranno altri articoli ma il tempo è poco quindi non so dirti quando. Per quanto riguarda la casa di Anna Frank, come hai già letto il consiglio è uno: PARTI PER TEMPO!!! Compra il biglietto due mesi esatti prima, non un giorno prima rispetto alla data scelta (perché non li trovi), non un giorno dopo perché rischi di non trovarli più.

  10. Anche io non avendo prenotato in anticipo e, stupidamente pensando che il biglietto fosse incluso nella IAmsterdam Card, non sono riuscita a vedere la casa di Anna Frank; il suo nascondiglio e il suo diario, dal vivo. Secondo me non si è mai troppo piccoli o grandi per imparare dalla storia e avete fatto bene a raccontare al piccolo bisonte di quello che è successo alla povera Anna. Mi sono venute le lacrime agli occhi alla sua domanda “può succedere ancora?” perché per quanto vorremmo rispondere no, il futuro non sembra così roseo…

    1. Purtroppo sono domande difficili a cui rispondere. Si vorrebbe dire “stai tranqiullo, non c’è pericolo” ma non è così e mentire non sarebbe giusto. Cerchiamo di dire la verità in modo non “spaventevole”.

    1. Hai ragione, nel giusto modo si può parlare con loro di qualsiasi cosa e mi stupisce sempre quando un bambino così piccolo sia in grado di comprendere ed elaborare anche in maniera complessa.

  11. Pensa che io ci sono stata tanti tanti anni fa, ma non era ancora l’era di internet e la coda veniva fisicamente fatta da tutti in egual modo: era stato più semplice aggiudicarsi l’ingresso. È vero, la visita è sempre interessante, ma è quello che ci ha lasciato, sono i suoi scritti ed il suo ricordo, a rimanere nei nostri cuori e nella nostra mente.

    1. Hai ragione ed è per questo che penso che, anche se sarebbe stato interessante entrare, il non averla potuta visitare non ha minimamente intaccato il senso del messaggio che abbiamo voluto passare a Daniele e che lui ha dimostrato di avere capito molto bene.

  12. Quando siamo stati ad Amsterdam da sprovveduti non abbiamo prenotato la visita, quindi niente cass di Anna Frank. Ora abbiamo imparato la lezione

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