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L’argomento che affrontiamo in questo post non è nulla di nuovo. Non siamo mica gli unici ad aver viaggiato per la prima volta in traghetto con un bimbo piccolo!
Sicuramente non siamo neanche gli unici ad aver avuto un po’ di “ansia da prestazione” non avendo esperienze di navigazione precedenti, nemmeno senza il bisontino. Si, è vero, non ridete. Abbiamo viaggiato nei modi più diversi … tranne la nave. La nave ci mancava. Siccome ce ne vergognavamo un po’ abbiamo deciso di rimediare!
Per cercare qualche consiglio per evitare il disastro (e calmare mamma Adriana che già prevedeva di fare la fine del Titanic senza poter nemmeno andare sulla prora a replicare la famosa scena del film con Leonardo Di Caprio e Kate Winslet), abbiamo messo a frutto le nostre scarse abilità nella navigazione della rete per cercare info che placassero le nostre “paturnie”.
Un viaggio in traghetto con un bambino piccolo, per chi non avesse esperienze precedenti, può causare, infatti, ansie legate al come far passare il tempo al giovane erede rendendo il viaggio piacevole per tutti e conservando la sanità mentale dei genitori. A ciò si unisce la preoccupazione di disturbare gli altri passeggeri in caso il pupo desse di matto, per non parlare del possibile mare mosso.
Comunque la domanda che più comunemente ci si pone pare proprio essere: “Come gli facciamo passare il tempo?”
Poiché non abbiamo trovato molto conforto in rete relative a domande differenti che credevamo importati da tenere in considerazione, abbiamo deciso di condividere ciò che abbiamo imparato partendo dal fatto che il “come passare il tempo a bordo” è solo uno dei problemi e, secondo la nostra personale esperienza, anche il meno importante e critico.
Eccovi, quindi, la nostra guida punto per punto su ciò che dovete aspettarvi e tenere in conto se non avete esperienze analoghe precedenti. Fateci sapere nei commenti qui sotto o inviandoci una mail se ci sono aspetti che abbiamo trascurato e che meritano di essere inseriti nel post in moto da creare una guida la più completa possibile (soprattutto se siete navigatori esperti e non dei novellini come noi).
7 cose da sapere per affrontare un viaggio in traghetto con bambini piccoli
1 – L’acquisto del biglietto
Avete setacciato mezza la rete per trovare l’offerta più conveniente? Perfetto! Ora è il momento di acquistare il biglietto del traghetto. Innanzi tutto, che abbiate l’auto al seguito o meno, dovete decidere se prenotare una cabina, le poltrone o il passaggio ponte.
- Le cabine sappiamo tutti cosa sono, le possibilità di scelta prevedono cabine con e senza oblò (queste ultime chiaramente costano meno). E’ bene sapere che, per quella che è la nostra esperienza, quale che sia il numero di occupanti, la dotazione del bagno della cabina è per una persona. Questo rende la doccia quasi inutilizzabile a meno di non portarsi dietro il necessario. E’ inutile dire che l’acqua del rubinetto non è potabile. I letti sono a castello e quelli superiori sono dotati di spondina ma noi abbiamo preferito far dormire il bisonte su uno di quelli sotto. Non si sa mai! Chiaramente troverete anche qualche presa a 220V che vi consentirà di ricaricare i vostri dispositivi tecnologici e far funzionare un PC.
- Le poltrone, lo dice il nome, sono delle poltrone “da salotto” reclinabili localizzate in appositi saloni comuni a mo’ di sala cinematografica (senza film però!). Lo spazio per tenere con se bagagli è poco e questi devono essere guardati a vista. Il viaggio in poltrona è una via di mezzo tra la cabina ed il passaggio ponte sia dal punto di vista delle comodità che del prezzo.
- Il passaggio ponte è la modalità di viaggio in traghetto più economica. Non avrete nessun posto assegnato ma potrete sistemarvi nei salottini dei bar o dei ristoranti di bordo, all’esterno sui ponti oppure per terra nei corridoi e nelle scale.
Il passaggio ponte è il modo di viaggiare più spartano e che a noi piace di più. Tuttavia, essendo la nostra prima esperienza (la prima per tutti, non solo per il piccolo bisonte) non ci siamo fidati ed abbiamo scelto la cabina (senza oblò per l’andata in notturna e con per il ritorno diurno) in modo da avere uno spazio protetto per “contenere” il bimbo, per diventare verdi in santa pace in caso di mare mosso e per “stoccare” i quintali di bagaglio che ci siamo portati dietro per essere preparati per ogni evenienza.
2 – L’arrivo al porto e l’attesa del traghetto
Ammettiamo che avevamo sottovalutato (se non completamente trascurato) questo aspetto. In realtà, giunti al porto bisogna mettere in conto una buona attesa per l’arrivo della nave e le fasi di imbarco. Se il tempo lo consente si può scendere a giocare in mezzo alle auto in coda e guardare le altre navi (tenete conto che le banchine dei porti generalmente sono piuttosto ventose) ma, in caso di maltempo, bisogna avere a portata di mano giochi ed idee per intrattenere i bimbi più piccoli (oppure fare in modo di arrivare al porto con gli eredi belli stanchi come abbiamo fatto noi che abbiamo passato la giornata a visitare Pisa). In caso di maltempo, poi, l’attesa potrebbe essere più lunga del previsto in quanto il mare mosso potrebbe far tardare l’arrivo in porto del traghetto.
A questo proposito, in fase di acquisto del biglietto potete scegliere se fare un unico biglietto per tutta la famiglia e l’auto o se fare due biglietti separati, uno per auto e conducente e l’altro per i bambini ed i loro accompagnatori. In quest‘ultimo modo, all’arrivo del traghetto potrete scegliere se far salire i bambini in nave a piedi (evitando l’attesa per la fase di imbarco dei veicoli) oppure rimanere tutti insieme.
Se avete acquistato un unico biglietto ma poi decidete di cambiare idea è possibile chiedere al personale di terra di spezzarlo mentre siete in attesa dell’arrivo della nave. Questa è l’opzione che abbiamo scelto noi per avere maggior flessibilità ma abbiamo deciso di imbarcarci comunque tutti insieme in auto.
3 – L’imbarco
L’imbarco “separati” è la cosa più semplice. Quello tutti assieme in auto può, invece, riservare qualche sorpresa com’è capitato a noi. I bimbi sono sempre affascinati dall’ingresso nella pancia della nave, però, una volta parcheggiati, l’attraversamento del garage per raggiungere le scale che portano ai piani è un evento che, per un bambino piccolo, può essere piuttosto traumatico. Il nostro piccolo ha tre anni ed impazzisce per le macchine; essere in mezzo a tutto quel ben di Dio, dunque, sembrava fantastico ma, una volta sceso dall’auto è andato letteralmente nel panico.
Un garage puzzolente, rumorosissimo, con auto che si muovono in ogni direzione, gli addetti al parcheggio che gesticolano ed urlano, noi carichi di bagagli che non potevamo prenderlo in braccio ma solo dargli la mano, il passaggio tra auto parcheggiate talmente stretto da essere quasi impossibile anche solo uno con uno zaino sulle spalle, figuriamoci con mille borse ed un bimbo per mano. Tutto ciò l’ha ridotto ad una maschera di terrore, pallido come un cadavere, tremante come una foglia, con i piedi inchiodati per terra incapace di muoversi. Raggiungere le scale è stato complicato.
Ah, dimenticavamo: non lasciate cibo o altre cose che patiscano il caldo in auto perché le temperature raggiunte nel garage sono prossime a quelle delle saune finlandesi!
4 – Raggiungere la vostra sistemazione a bordo
In fase di imbarco vi verrà consegnato un numero indicante la cabina (la prima cifra indica il piano come negli alberghi). Una volta raggiunta la troverete chiusa a chiave. Attendete davanti alla porta, prima o poi arriverà un inserviente ad aprirvela. Tutto ciò non te lo dice nessuno, quindi noi abbiamo girato come dei deficienti per trovare qualcuno a cui chiedere come ottenere le chiavi della cabina trascinandoci dietro i bagagli ed il bimbo terrorizzato senza trovare nessun membro dell’equipaggio (nessuno!!!). Alla fine ci è venuto in soccorso un passeggero più esperto cavandoci d’impaccio.
Se viaggiate in poltrona dovrete localizzare il salone con le vostre poltrone (pullman seats), a bordo possono essercene diversi.
Chi fa il passaggio ponte non avrà, invece, questi problemi perché potrà sistemarsi dove più gli aggrada (o dove trova posto).
5 – Il viaggio
Una volta sistemati finalmente a bordo, il piccolo bisonte si è calmato e, solo a questo punto, si è affacciato il problema di come passare il tempo e come affrontare il mare mosso. Nel nostro viaggio di andata il mare è stato effettivamente mosso e noi eravamo preoccupati di dover gestire il pargolo urlante e svomitazzante mentre, a nostra volta, eravamo impegnati a trattenere la cena nello stomaco. Abbiamo, invece, scoperto che aveva ragione la pediatra: “Se qualcuno deve preoccuparsi di patire siete voi, lui non avrà nessun problema”.
Effettivamente Daniele non ha avuto nessun problema, semplicemente non voleva scendere da solo dal letto per andare in bagno perché la nave “andava su e giù” e lui non riusciva a stare in piedi (non che noi ci riuscissimo meglio!). Aveva un sorriso inebetito stampato sulla faccia, felicissimo di essere su una nave e completamente dimentico del terrore provato nel garage. L’ha mantenuto finché non si è assopito tranquillamente per dormire tutta la notte.
Noi, invece, abbiamo patito un po’ di più, soprattutto mamma che aveva un colorito piuttosto verdastro!
Il viaggio di ritorno, invece, essendo di giorno (ma con mare calmo!) ha richiesto di studiare qualche stratagemma per intrattenerlo.
Ecco alcune note pratiche:
- Tablet sì o tablet no? E’ piuttosto comune portarsi dietro un tablet o un PC per passare il tempo (o parte di esso) guardando i cartoni animati o facendo giochini. E’ sicuramente una soluzione molto comoda (applicata spesso anche nei viaggi in auto/aereo o a casa). Noi siamo contrari a questa soluzione e preferiamo studiare altri tipi di passatempo. Ci affidiamo a macchinine, fogli per disegnare, libri, raccontiamo storie, cantiamo canzoni, inventiamo avventure, facciamo giochi di ruolo, giochi di apprendimento ad esempio per stimolare la memoria, ecc… E’ vero che con il PC si possono anche fare giochi e che ce ne sono di studiati per tutte le età ma noi preferiamo giocare insieme con qualcosa di manipolabile o sviluppare la fantasia chiudendo gli occhi ed immaginando insieme. Che fatica però! (Rileggendo il testo sembra che, su questo tema, abbiamo un atteggiamento un po’ talebano; non è così, anche il bisontino guada la TV ogni tanto ma diciamo che preferiamo ridurre questi tempi al minimo). Certo è molto più faticoso per i genitori e meno rilassante. Non c’è la possibilità di leggersi un libro mentre il bimbo guarda i cartoni, però lo facciamo volentieri per aiutarlo a sviluppare le sue abilità. Pensiamo che, crescendo, avrà tutto il tempo per stare a rimbambirsi davanti al PC o alla televisione. Fate come volete ma occhio, come sempre, alle cose di valore anche se le lasciate chiuse in cabina!
- La piscina: se viaggiate di giorno, molti traghetti sono dotati di piscina. Tenete conto che l’acqua è generalmente salata così come quella delle docce a bordo piscina quindi, se non avete preso una cabina nella quale fare una doccia con acqua dolce, questo potrebbe essere un problema se avete la pelle delicata. Inoltre la vasca è piuttosto piccola e con bordi molto alti (forse per evitare la fuoriuscita dell’acqua in caso di mare mosso). Noi speravamo di poterla usare nel viaggio diurno (di notte è chiusa) ma il bisontino ha avuto paura anche solo ad avvicinarsi a quella cosa che lui vedeva come una voragine con un po’ di acqua sul fondo! In ogni caso c’era troppo vento e siamo rientrati senza neanche scattare una fotografia.
- La sala giochi: Ormai quasi tutte le navi sono dotate di sala giochi per i bimbi con castelli su cui arrampicarsi, scivoli, vasche di palline, ecc… Per i più grandi c’è generalmente una sala separata con videogiochi. C’è chi sceglie, facendo il passaggio ponte, di accamparsi in sala giochi e dare libero sfogo ai bimbi che, soprattutto nei periodi estivi, sono tanti. L’affollamento è, quindi, spesso imponente e la confusione regna sovrana.
Da un lato questo è bello perché le possibilità di interazione con altri bambini sono moltiplicate, dall’altro è molto stancante non solo per i piccoli. Nel nostro viaggio diurno, quando Daniele ha scoperto l’esistenza della sala giochi, vi si è buttato dentro e, per un’ora e mezza, non c’è stato verso di toglierlo da lì. Sembrava un invasato! Poi, però, ha iniziato ad essere insofferente e nervoso ed abbiamo dovuto portarlo via allo scatenarsi di qualche crisi di pianto: non tutti i bambini reggono una tale confusione per tanto tempo (“e neanche certi genitori” aggiunge papy Luca che, infatti, dopo la prima mezz’ora era già fuggito con i capelli dritti!).
Considerate, quindi, la possibilità di non riuscire a cavarvela passando tutto il viaggio in sala giochi…
- In giro per la nave: Le navi, così grandi e misteriose, sono molto interessanti dal punto di vista dei bambini che, come sappiamo, si stupiscono per ogni cosa. Girare il traghetto in ogni angolo, fuori e dentro, osservando ogni cosa, dalle strutture alle scialuppe, dal pianista del piano bar alle divise dell’equipaggio è una sorgente pressoché inesauribile di stimoli e curiosità. E via! Il periodo dei “perché” può avere il suo massimo sfogo.
Cosa c’è di meglio che mettersi su un ponte all’esterno od affacciarsi ad un oblò per scrutare l’orizzonte in cerca della bandiera nera con il teschio e le tibie incrociate fantasticando di pirati ed arrembaggi? E scatenarsi in qualche ballo al piano bar? In questo modo sette ore di viaggio diurno da Golfo Aranci a Livorno sono volate!
- Comunicare con il mondo: a bordo è possibile telefonare usando il proprio telefono cellulare connettendosi alla rete della nave, tuttavia il costo delle telefonate è piuttosto alto per non parlare della connessione dati. Appositi annunci dagli altoparlanti avvisano di questo e se ve lo dicono loro… Inoltre è possibile acquistare, sempre a prezzi esorbitanti secondo il nostro parere, dei pacchetti di navigazione internet tramite wifi.
- Mangiare a bordo: la nave dispone di più bar e ristoranti che offrono menù differenti a prezzi differenti. La caratteristica comune è che questi prezzi sono sempre piuttosto elevati. Se la famiglia è numerosa, poi, si rischia di lasciare un rene a bordo! Però è consentito portare cibo a bordo e pranzare “al sacco” non solo all’esterno ma anche in cabina ed è proprio quello che abbiamo fatto noi: un po’ di pizza al taglio ed il gioco è fatto. E non si fa neppure la coda come al self service!
6 – Le operazioni di sbarco
Le operazioni di sbarco coinvolgono nuovamente l’accesso ed il transito dal garage con gli stessi problemi indicati per le fasi imbarco. Come per l’imbarco non aspettatevi aiuto alcuno dal personale per raggiungere la macchina con bagagli e bimbi passando tra macchine in movimento in spazi talmente angusti che a volte persino uno zaino dev’essere sollevato sulla testa per non rimanere incastrati. Inoltre, la disposizione di avviarsi verso i garage viene data con parecchio anticipo (almeno mezz’ora) e, durante questo periodo, i passeggeri si accalcano in coda lungo le scale che portano ai piani bassi del traghetto. Lì le temperature sono alte perché non c’è aria condizionata, la ressa tanta e tutto ciò è poco compatibile con bagagli e bimbi al seguito. Tuttavia bimbi ed accompagnatori possono scendere a piedi risparmiandosi tutto questo ma noi, ovviamente, l’abbiamo scoperto solo a sbarco avvenuto.
7 – Considerazioni finali:
- Non aspettatevi particolare assistenza da parte del personale di bordo. Abbiamo avuto la netta sensazione che, sui traghetti, il personale sia ridotto all’osso al punto che, a parte il parcheggiatore e l’inserviente che ci ha aperto la cabina, non abbiamo visto nessuno in entrambi i viaggi.
- Pochi bagagli!!! Non fate l’errore che abbiamo fatto noi all’andata di portare in cabina anche l’arredamento del salotto di casa perché poi dovrete muovervi per la nave ed i garage con tutto quel popò di roba e, magari, con un bimbo terrorizzato ed urlante da prendere in braccio. Uno zainetto a testa con il minimo indispensabile è più che sufficiente (per il viaggio di ritorno abbiamo imparato la lezione!). Per i bimbi più piccoli preferite fasce e marsupi al passeggino.
- Non preoccupatevi di come passare il tempo ‘che avrete ampie possibilità di svago se aguzzate la fantasia!
- Con il senno di poi, il passaggio ponte va benissimo per lo meno se il mare è calmo!
Ma, alla fine, dove siamo andati con questo benedetto traghetto? In Gallura! E da dove arrivavamo? Da una splendida giornata a Pisa!