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Oggi il Piccolo Bisonte compie tre anni e diventa un bimbo grande, “di quelli che non usano più il pannolino”, come dice lui. Per festeggiare degnamente abbiamo pensato di portarlo per la prima volta in un rifugio alpino con la compagnia di nonni e zii. La nostra meta è stata il Rifugio Selleries.
Il rifugio Selleries è situato nel Parco Naturale dell’Orsiera Ricciavrè a 2023 m di quota ed è ben conosciuto per essere facilmente raggiungibile in estate anche in auto (assicuratevi di avere un’auto ben alta da terra in quanto la strada è sterrata e piena di buche), per essere situato in un posto bellissimo ed essere il punto di partenza di parecchie escursioni ed ascese alle punte nella zona. L’ospitalità dei gestori, poi, è proverbiale per cui non ci si può che trovare bene.
Negli anni lo abbiamo frequentato spesso. Si possono fare escursioni brevi come quella che, in soli 45 minuti di cammino porta ad alcuni bei laghi proprio sotto la Cristalliera o più impegnative come, appunto, la salita alla Cristalliera (2801 m), una punta molto conosciuta che, però, ci ha richiesto due tentativi prima di riuscire a conquistarla. Ma si sa: la montagna insegna anche questo, saper rinunciare non è un fallimento; a volte, anche se manca poco alla vetta, è la cosa più furba da fare. E’ un insegnamento che si applica ad ogni aspetto della vita quando devi decidere a cosa dare più valore a discapito di qualcos’altro. Tra l’altro nonno Mario raccontava durante il pranzo che anche lui ha avuto un paio di esperienze non simpaticissime sulla Crstalliera e sull’Orsiera (2890 m), l’altra montagna che sovrasta la conca del rifugio e da il nome al parco. Papy Luca ha tentato una volta di salire sull’Orsiera con alcuni colleghi dell’Osservatorio Astronomico con cui collaborava durante il periodo universitario. Tentativo miseramente fallito a causa dell’errore tipico dei principianti della montagna: l’aver sottovalutato le condizioni di innevamento del terreno in primavera. Non essendo proprio un principiante non avrebbe dovuto commettere una stupidaggine del genere ma tant’è. La giornata si risolse con una bella camminata e l’ascesa interrotta ad una certa quota perché le condizioni del terreno non consentivano di procedere in sicurezza. Lezione imparata ma, fin’ora, l’occasione per ritentare non si è ancora presentata.
In ogni caso, abbiamo scelto questo rifugio in particolare perché ha un posto speciale nel nostro cuore e nel nostro vissuto familiare: la nostra ultima escursione in montagna fatta prima che nascesse Daniele è stata proprio l’ascesa invernale al Selleries con le racchette da neve. In quel caso, anziché seguire la strada che in estate si può percorrere in macchina, siamo saliti dall’altro versante della valle sul sentiero che parte dal paese di Villaretto Chisone. La scelta del percorso l’avevamo fatta in base alle condizioni del manto nevoso particolarmente instabile per cui il rischio valanghe era piuttosto marcato sul versante della strada. Daniele non era ancora nato ma, in realtà, era già con noi perché era nella pancia di mamma Adriana da qualche mese anche se non avevamo ancora detto niente al di fuori della famiglia. I due amici che erano con noi non sapevano dunque nulla. La salita, quel giorno, è stata durissima per chi come noi non aveva un grande allenamento: circa 1000 metri di dislivello su una pista completamente da aprire in quanto non era passato nessuno da tempo. Alternandoci alla testa del gruppo con i due amici che erano con noi siamo faticosamente riusciti a raggiungere il rifugio ma papy Luca era parecchio preoccupato per la fatica eccessiva per una donna incinta. Invece, all’arrivo, papy Luca aveva visioni mistiche e pensava di stare passando a miglior vita mentre mamma Adriana, forse dopata da vagonate di ormoni, era al settimo cielo e saltava come un grillo come se niente fosse! Ad onor del vero dobbiamo ammettere che la maggior parte del lavoro l’hanno fatta i nostri prestanti compagni di escursione ma anche noi abbiamo fatto il nostro.
Beh, questa volta ci siamo arrivati in maniera decisamente più soft con la macchina, sfidando le previsioni meteo pessime ed abbiamo fatto una bella passeggiatina prima di pranzo portando Daniele a vedere la sorgente d’acqua che alimenta il rifugio ed un complesso di bergerie in stato di semi abbandono. Da lì si gode una bellissima vista sulla valle sottostante e sul rifugio e, secondo i dati in nostro possesso, una cache (www.geocaching.com) doveva essere lì ad attenderci. I bimbi, si sa, alla caccia al tesoro non resistono. In questo caso tutto il parentado al completo è stato contagiato dalla febbre da ricerca ma, nonostante l’approfondita analisi di ogni possibile anfratto, ce ne siamo tornati al rifugio con la coda tra le gambe (non prima di esserci fatti prendere per pazzi da alcuni babbani).
Al rifugio ci aspettava un pranzetto a base di polenta concia e polenta con crema di gorgonzola, salsiccia in umido e cinghiale ed un bel dolce sul quale abbiamo piazzato le immancabili candeline.
Sfortunatamente la passeggiata, seppur breve, con le sue meraviglie da ammirare in ogni dettaglio, ha stremato Daniele che si è addormentato ad inizio pasto. Il furbone, però, non ha mancato di svegliarsi per il dolce!!!
A tavola, impossessatosi della GoPro dello zio Maurizio, Daniele ha scattato fotografie a destra e a manca facendo ridere tutti perché pensava di dover usare l’obiettivo come mirino quindi girava con la GoPro appiccicata alla faccia con l’occhio praticamente conficcato dentro l’obiettivo e faceva finta di fare il reporter.
Dopo pranzo Daniele ha voluto visitare i due laghetti vicino al rifugio (uno svolge la funzione di incubatoio ittico di valle) per veder nuotare gli avannotti ed i girini.
E’ stata una bellissima giornata che, al compimento dei tre anni del bisonte, non poteva che essere nel luogo dove la nostra vita a tre è “quasi” cominciata.
Magnifico!
WHERE DO WE GO NEXT?
Informazioni Utili (aggiornate al luglio 2020):
Rifugio selleries: www.rifugioselleries.com
Per raggiungere il Rifugio Selleries in auto occorre partire da Pinerolo (TO) ed imboccare la SS23 in direzione Sestriere. In località Usseaoux prendere la deviazione sulla destra (indicata da appositi cartelli) per Pra Catinat. Superati gli ex sanatori Agnelli di Pra Catinat proseguire per la strada (ancora asfaltata) fino a costeggiare i resti di una parte del forte di Fenestrelle chiamata Forte delle Valli. Poco oltre sulla destra parte la pista sterrata per il rifugio (indicata da un cartello). Da lì in avanti non ci si può sbagliare e la strada termina al rifugio stesso. Dato il limitato spazio di parcheggio consigliamo di salire al mattino presto. Nel periodo estivo viene organizzata una navetta che consente di lasciare l’auto ai sanatori Agnelli e raggiungere il rifugio con corse ogni mezz’ora al costo di 7 Euro.
Il pasto al rifugio costa 18 Euro bevande escluse ed in menù è fisso. Per i bambini è possibile chiedere che venga preparata della pasta ma Daniele, prima di addormentarsi, si è scofanato polenta e cinghiale come se niente fosse. E’ possibile anche pernottare ma non abbiamo idea dei prezzi aggiornati.
Sia per il pasto che per il pernottamento è indispensabile prenotare in quanto il rifugio è molto frequentato e lo spazio limitato.
Parco Naturale Orsiera Rocciavrè: http://www.parchialpicozie.it/page/view/parco-naturale-orsiera-rocciavre/
Percorso a piedi: E’ possibile raggiungere il rifugio a piedi attraverso la strada carrozzabile ma, personalmente, lo sconsiglio perché la strada è sterrata e le macchine, passando, sollevano parecchia polvere che voi, immancabilmente, respirerete e mangerete.
Dall’altro lato della valle, però, c’è un sentiero molto bello. A distanza di tre anni dalla visita che abbiamo raccontato in questo post, siamo tornati al rifugio proprio salendo a piedi. Il sentiero parte dal Villaretto, paesino che si trova lungo la SR23, la stessa strada che si segue per l’accesso in auto. Ne ho parlato nel testo dell’articolo. Tuttavia, seguendo questo percorso il dislivello da coprire è di oltre 1000 m, decisamente troppo per il piccolo bisonte che sta per compiere 6 anni ed è alla sua prima camminata impegnativa.
Dunque siamo saliti in auto da Villaretto fino alla borgata Selleiraut (seguendo i cartelli stradali). Lì la strada finisce. Lasciata l’auto rimangono solo poco meno di 500 m di dislivello. Circa un’ora e mezza a passo di adulto, un’ora in più a passo di piccolo bisonte seguendo i cartelli di legno con il simbolo del triangolo giallo con all’interno il numero 2 rosso.
La prima parte del sentiero è tranquilla e si dipana all’interno di un bel boschetto. La seconda parte è più ripida e faticosa ma Daniele ha retto benissimo pur essendo arrivato a destinazione al limite della resistenza. I panorami che si godono sono strepitosi (trovate le storie in evidenza sul nostro profilo Instagram, seguiteci se ancora non lo fate!), lui si è divertito moltissimo (all’arrivo era decisamente soddisfatto ed orgoglioso della sua impresa) e la passeggiata vale decisamente la pena.
Dopo questa prova possiamo dire che il piccolo bisonte è decisamente pronto per raggiungere una punta! Anche se, in realtà, l’abbiamo già portato su una vetta ma con una passeggiata decisamente più semplice da dove abbiamo ammirato la stupenda vista del Lago Maggiore (ne abbiamo parlato qui).