La Gheisa d’la tana, una passeggiata ricca di storia ed avventura

Per celebrare il primo fine settimana post quarantena ed il primo giorno in cui siamo riusciti a vedere gli amici, abbiamo deciso di andare a fare una bella passeggiata in montagna. Ve la proponiamo perché è adatta a tutti, molto interessante e ricca di risvolti storici. Un’ottima idea per iniziare ad uscire un po’ di casa rimanendo nel nostro bel Piemonte. Siamo andati alla Gheisa d’la tana in Val Pellice (TO).

Questa passeggiata in montagna è perfetta per la fase 2 che stiamo vivendo ed è adatta anche ai bambini piccoli, infatti sono venuti con noi due coppie di amici con una bimba di 3 anni ed un bimbo di 4.

Se vi va di immergervi in una storia poco conosciuta al di fuori di queste valli, di godere di paesaggi stupendi e di incontrare mucche e persino conigli in un cortile lungo il percorso, allora questo semplice trekking fa per voi.

Gheisa Dla TanaCos’è la Gheisa d’la tana, un po’ di storia

“Gheisa d’la tana” è un’espressione del dialetto locale che si può vagamente tradurre come “la chiesa della tana”. E’ una formazione naturale simile ad una grotta ed il suo utilizzo, seppur probabilmente già avvenuto in epoche precedenti, risale a quel lungo periodo in cui ai valdesi era impedito di professare la loro fede con una pesante repressione. La grotta di cui parliamo veniva usata come chiesa per riunirsi a pregare di nascosto.

Non è chiaro se ciò sia veramente accaduto o se si tratti solamente di una leggenda con forti basi storiche. Ci troviamo in Val Pellice (TO), ovvero nel cuore delle valli valdesi. Soltanto dopo il 17 Febbraio 1848, data in cui Re Carlo Alberto di Savoia con le famose “lettere patenti” concesse la libertà di culto ed i valdesi non furono più perseguitati.

Gheisa Dla Tana
Uno scorcio lungo il sentiero

Per celebrare questo avvenimento, ogni anno il 17 Febbraio è la festa dei valdesi. Durante la notte vengono accese enormi pire alte diversi metri in tutti i paesi e su molte montagne ed è bellissimo percorrere in auto le valli punteggiate da queste luci.

Dunque quella che vi proponiamo è una passeggiata particolarmente istruttiva ed interessante sia per grandi che per piccini.

La Gheisa d’la tana, come arrivare

Come abbiamo già detto ci troviamo in provincia di Torino, precisamente nel comune di Angrogna. E’ possibile lasciare la macchina in paese e fare un percorso ad anello ma noi, avendo al seguito una bambina decisamente più piccola del piccolo bisonte, abbiamo scelto una via alternativa e più breve.

Proseguite, quindi, fino ad arrivare alla località Serre dove potete lasciare la macchina. Prendete la strada che passa alle spalle del tempio valdese. Vi troverete subito il piccolo edificio che ospita il museo delle donne valdesi. Purtroppo non abbiamo potuto visitarlo perché era chiuso, dovrebbe essere possibile chiedere la chiave agli abitanti della borgata ma non abbiamo capito a chi.

Proseguendo per questa strada e seguendo la semplice cartellonistica, si giunge al monumento a Chanforan dove un cartello ci spiega che qui dove ore c’è un grande obelisco di pietra, nel 1532, dopo un’assemblea durata sei giorni, l’antico movimento valdese si riconosceva nella recente riforma e decideva la prima traduzione integrale della Bibbia in francese. Questo è riconosciuto come il più famoso sinodo della chiesa valdese ed, ancora adesso, il sinodo delle chiese valdesi e metodiste si tiene a Torre Pellice, il capoluogo della valle.

Gheisa d'la tanaPoi si prosegue fino alla borgata Odin dove si trova una “scuoletta Beckwith” con annesso piccolo museo. Al nostro passaggio erano presenti altri camminatori e, per non violare le disposizioni che vietano gli assembramenti (essendo i locali molto piccoli), abbiamo deciso di non fermarci e di ritentare la visita al ritorno. Da qui, sempre seguendo i cartelli, la strada diviene un bel sentiero largo ed ombreggiato, fino a giungere alla spaccatura tra le rocce che stiamo cercando.

Gheisa Dla Tana
L’interno della grotta. Purtroppo non mi sono reso conto che le foto sono venute tutte mosse. Sorry.

Il percorso è pianeggiante e la passeggiata è breve.

All’ingresso della grotta una lapide ricorda che questo luogo è stato descritto da Edmondo De Amicis in “Alle porte d’Italia”.

Gheisa Dla TanaL’ingresso è un “buco” tra le rocce alto circa un metro. Per entrare occorre, quindi, accovacciarsi. Attendi a non scivolare ed a non sbattere la testa. Non vi dovete preoccupare: subito dopo il primo passaggio l’ambiente si apre subito e diviene ampio e molto alto. L’occhio si abitua facilmente alla poca luce ma vi consigliamo di portare una pila. Abbiamo anche attrezzato i bambini di caschetto da bici e di pila frontale con la quale si sono sentiti dei veri esploratori e si sono divertiti moltissimo!

Prima di tornare indietro ci siamo lanciati in un’altra attività molto divertente per i bambini: la caccia al tesoro! Presso l’ingresso dovrebbe essere stata nascosta una geocache. Purtroppo, però, nonostante l’accurata ricerca non l’abbiamo trovata. Torneremo per completare la missione!

La scuoletta Beckwith

Al ritorno ci siamo fermati a visitare la scuoletta Beckwith di borgata Odin che avevamo saltato all’andata. Purtroppo era già chiusa (chiude alle 18) ed abbiamo potuto sbirciare solo dalla serratura. Il piccolo museo al piano di sotto era, invece, ancora aperto. L’ingresso è gratuito e contiene reperti della cultura e della tradizione locale.

Gheisa Dla TanaMa cosa sono le “scuolette Beckwith”? E’ noto che, nell”800, furono molti i viaggiatori e le viaggiatrici inglesi che raggiunsero ogni angolo di mondo. Uno di quesli che visitò queste zone fu il comandante Charles Beckwith, che servì sulle navi dell’ammiraglio Nelson.

Viste le difficili condizioni di vita dei valdesi, fu mosso a compassione e dedicò la sua vita ad aiutarli. In particolar modo si occupò di migliorare il livello di istruzione della popolazione costruendo, in ogni borgata delle valli, delle piccole scuole (ora chiamate, appunto scuolette Beckwith). In totale se ne contano più di 100 ed alcune sono state restaurate e sono visitabili.

Il progetto di Charles Beckwith andò ad integrare quello della cosiddetta scuola latina, già attivo sin dal XVII secolo. Noi abbiamo visitato un’antica scuola latina in val Germanasca (TO) in un’altra occasione e ne abbiamo parlato qui.

Sul nostro profilo Instagram (seguiteci se ancora non lo fate!), trovate le storie in evidenza di questa giornata.

WHERE DO WE GO NEXT?

Informazioni utili

Strada: è di montagna ma asfaltata fino al parcheggio in borgata Serre, Angrogna (TO)

Attrezzatura: scarponicini, portarsi una pila ed una felpa per l’interno. Per i bambini abbiamo anche usato il casco da bici per ulteriore protezione in quanto le rocce all’interno possono essere scivolose.

Sentiero: quasi tutto pianeggiante ed ombreggiato.

 

8 Risposte a “La Gheisa d’la tana, una passeggiata ricca di storia ed avventura”

  1. Ringrazio di vero cuore per aver descritto questo percorso che io faccio ogni volta che salgo in Val Pellice. Una valle poco conosciuta ma che merita di essere visitata.
    Io ne ho parlato, nel mio Blog, dal punto di vista della cultura del tè: “Il tè valdese”.

    1. Grazie mille Barbara per il tuo commento. Devo ammettere che, pur vivendo in zona, non conoscevamo la tradizione del tè valdese. Grazie per avercela segnalata.

  2. Conosco davvero poco nella zona del Piemonte ma è sicuramente una passeggiata che piacerebbe fare anche a me. Soprattutto da curiosa di vedere la “Scuoletta”.

    1. Il Piemonte è una regione bellissima e molto ricca di possibilità. Purtroppo è poco pubblicizzata e sfruttata dal punto di vista turistico a parte alcune zone tipo le langhe.

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