E’ possibile combattere l’ansia da viaggio con una preparazione scientifica?

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Una scritta alla fermata della metro dell’EPFL (École Polytechnique Fédérale de Lausanne) recita “Science and everyday life cannot and should not be separated”. Considerando quanto la scienza sia pervasiva nella società moderna ed il tristemente basso livello di cultura scientifica della popolazione italiana (senza contare il mestiere che faccio), non potrei essere più d’accordo. Mi viene, quindi, spontaneo chiedermi se è possibile combattere l’ansia da viaggio applicando il metodo scientifico.

La scienza sta dietro ad ogni cosa. Perfino alle ricette di cucina. I nostri piatti “vengono bene” perché siamo bravi a seguire un procedimento e, magari, abbiamo sviluppato un certo “naso” per quello che è necessario far per ottenere un certo risultato. Gli amici ci apprezzano e vengono volentieri a cena da noi ma non sappiamo esattamente perché, se facciamo in un certo modo, le pietanze che prepariamo vengono appetitose e se, invece, seguiamo una strada diversa non si ottiene lo stesso risultato.

Il fatto è che dietro ad ogni cottura, miscuglio di ingredienti od altro ci sono ben precise leggi fisiche e chimiche. Se noi le conoscessimo non sbaglieremmo mai nessun piatto. Volete un esempio? Eccovi la Carbonara Scientifica:

Dietro ogni aspetto della nostra vita ci sono cose del genere; conoscendole, tutto sarebbe più facile perché saremmo sicuri, in ogni situazione, di fare sempre la scelta giusta. Chi si farebbe prendere più dall’ansia?

Purtroppo le cose da sapere sono troppe per una singola persona che, quindi, può al massimo conoscere ciò che serve in uno o due campi ma non di tutti. E dunque per chi, come noi, ha l’ansia nel DNA, il destino è tristemente segnato…

Noi, però, vorremmo essere tranquilli e sereni almeno quando siamo in vacanza. Quindi la domanda sorge spontanea: è possibile preparare “scientificamente” un viaggio?

In un post scritto qui sul blog qualche tempo fa parlavo di come fare il bagaglio a mano quando si viaggia con i bambini ed avevo concluso, per scherzare, con un meme che recitava “in tutto ciò che faccio ci metto l’ansia”.

La preparazione di un viaggio è una cosa che, a noi ansiosi cronici, crea una quantità di scompensi davvero non da poco. Invidio molto quelli che riescono a non farsi prendere dall’ansia da viaggio perché noi, nonostante la “carriera” che abbiamo alle spalle (e l’ormai riconosciuta e proverbiale capacità di adattamento, improvvisazione e trasformazione delle disavventure in qualcosa di cui ridere piuttosto che preoccuparsi), riusciamo sempre a farci travolgere durante la fase preparatoria.

Per non parlare di quel terribile momento in cui si deve decidere cosa mettere in valigia e, soprattutto, l’attimo in cui ci si deve confrontare con il massimo peso consentito dalla compagnia aerea del momento. L’ago della bilancia che ci guarda minaccioso mi fa venire i sudori freddi ogni volta, roba che nemmeno per la prova costume!

Però riusciamo a viaggiare sereni e la nostra serenità e l’aver sempre pronta una soluzione per qualunque eventualità, deriva proprio da una accurata fase di studio preventivo, condotta quasi al limite dello sfinimento, che ci consente, quando si presenta la necessità, di improvvisare sapendo quello che facciamo, piuttosto che improvvisare sperando di aver fatto una buona scelta.

Questa fase, se vogliamo partire per una qualunque destinazione, spetta a me, ‘che se non mi mettessi io saremmo sempre a casa. Ma attenzione, non pensate che il livello di paranoia legato all’ansia da viaggio sia quello di Furio nel video qui sotto:

Questa è più una situazione che si addice ad Adriana che svolge lunghe ed approfondite pensate al momento di caricare la macchina, roba che il campione del mondo di Tetris può solo farsi da parte!

Immaginando un ipotetico scontro Adriana vs Furio a suon di valigie, non so chi vincerebbe il primo premio…

A parte il fatto che il finto accento piemontese di Magda mi fa scassare dal ridere, in realtà io uso un approccio “scientifico” per saccheggiare la rete e le risorse disponibili per preparare tutto al meglio.

Questo comprende, oltre allo studio approfondito della meta, la consultazione delle statistiche meteo, le direzioni e gli orari del sorgere e del tramontare del sole per decidere se un determinato posto è meglio visitarlo di mattina presto o di sera, in quali siti cercare di essere durante l’ora blu, ecc…

Estote parati, diceva San Matteo nel suo Vangelo (ed un po’ di tempo dopo anche Robert Baden-Powell). Noi, però, agli Scout non siamo andati e … sì, beh, effettivamente un po’ di paranoia c’è ma non ditelo in giro…

Comunque, a valle di questo studio, faccio il programma del viaggio ed una miriade di sottoprogrammi in caso, ad esempio, la pioggia non consenta di raggiungere una certa meta (cosa si fa? La si salta? Si modifica il programma in modo da spostarla ad un altro giorno? Se sì quando? La si sostituisce? Con cosa? La scelta non deve lasciarci la sensazione di essere solo un ripiego…).

L’essere pronti ad ogni evenienza, però, a volte porta ad eccessi: recentemente sono dovuto andare a Pisa per lavoro, la temperatura a Torino era di 30 gradi con cielo sereno, a Pisa era prevista la stessa cosa ma vuoi non avere un ombrello dietro “perché non si sa mai”? Pur di star tranquillo mi sono portato, passando il tempo a darmi del deficiente, un ombrello rotto e quasi inservibile piuttosto che non averne nessuno, non avendo il tempo per procurarmene uno funzionante.

Ammettetelo che, ogni tanto, anche voi fate qualcosa del genere! E non dite che non è vero perché non ci credo.

Tutto ciò contribuisce a ridurre l’ansia da viaggio ma ci sono cose su cui non abbiamo il controllo. Ad esempio mi piacerebbe molto andare a Napoli a trovare amici “virtuali” conosciuti tramite il blog. La nomea della città non è proprio delle migliori e l’unica nostra esperienza di poche ore risalente a qualche anno fa non è stata proprio esaltante. Poi, com’è che si dice? Vedi Napoli e poi?

Capite anche voi che di fronte a certe cose anche prenotare direttamente una stanza al Cardarelli anziché in una qualunque struttura ricettiva non garantisce nulla: vuoi non essere anche un po’ ipocondriaco? L’ospedale è, per definizione, un posto pieno di malati! E se qualcuno ti attacca qualcosa?

Si potrebbe, allora scegliere di un albergo in base alla distanza dall’ospedale per essere almeno lì vicini in caso di necessità ma capite che, se il binomio è vedi = muori, la cosa diventa difficile.

Il detto avrebbe potuto essere “vedi qualunquealtracosa e poi muori” ma no, è proprio VEDI NAPOLI e non si può andare contro alla saggezza popolare! Dunque a Napoli ci dobbiamo andare ma senza vederla. Forse l’unico modo è procedere bendati indipendentemente da qualunque altra considerazione.

Combattere l'ansia da viaggio
Immagine tratta da http://www.benitomovieposter.com/catalog/vedi-napoli-e-poi-muori-p-144317.html?osCsid=tlfsdtb5ausptqefmpdrb7ok55

Questo però espone maggiormente al rischio di borseggi, non potendo tenere adeguatamente d’occhio le proprie cose (rischio peraltro comunque a qualunque altra città ma almeno altrove si possono tenere gli occhi aperti!)

E vogliamo parlare del rischio che erutti il Vesuvio? Bendato non potrei scappare, ma se aprissi gli occhi vedrei e si azzererebbe automaticamente ogni probabilità (seppur già bassa) di salvezza.

Potremmo visitare solo zone al di fuori della zona rossa ma la zona rossa è stata calcolata tenendo presente un’eruzione di livello 4 nella scala del Vulcanic Explosivity Index, avendo la Commissione Grandi Rischi derubricato a “poco probabile” un evento di livello 5 (una cosiddetta Eruzione Pliniana, analoga a quella che distrusse Pompei ed Ercolano) o superiore.

Però la statistica insegna che “poco probabile” non significa “impossibile” (Pompei ed Ercolano sono sommerse mica per niente…) ed, oltre tutto, l’eruzione più potente classificata dalla scala (livello 8) è denominata con il nome di Eruzione Mega-Colossale. Non è uno scherzo, eh. Si chiama davvero così!

Dunque, anche se l’ultima eruzione mega-colossale-cosmica-galattica pare essere avvenuta circa 27000 anni fa, potrebbe accadere di nuovo e, dunque, potremmo non avere scampo nemmeno stando al di fuori della zona rossa.

D’altro canto non possiamo nemmeno starcene al sicuro a casa: secondo un calcolo effettuato da UrbiStat su dati ISTAT, il tasso di mortalità in Provincia di Torino è dell’11.5‰ mentre quello di Napoli è solo del 9.1. Caspita, non ho la più pallida idea di cosa causi una differenza del genere ma devo assolutamente andarmene da qui: devo andare a Napoli per forza!

Vedete che avere un background scientifico è fondamentale per saper leggere gli studi (pur magari non essendo degli esperti nella specifica materia) ed usarli per programmare al meglio il proprio viaggio e per combattere l’ansia collegata?

Allora, insomma, cosa dovrebbe studiare un viaggiatore che voglia programmare “viaggi perfetti”? Uno che voglia programmarli al meglio, in modo scientifico, tenendo conto di tutti i dati per avere la massima flessibilità, minimizzare i rischi e ridurre, quindi l’ansia da viaggio?

Siccome tutto è statistica, direi che matematica è una buona scelta ma, confrontando i dati forniti dalla National Science Foundation (NSF) sulla quantità di studenti che hanno ottenuto un dottorato di ricerca in Matematica tra il 1999 ed il 2009 con quelli forniti dal Center for Desease Control and Prevention (CDC) sul numero di persone che, nello stesso decennio, sono morte per essere inciampate nei loro stessi piedi, il risultato è allarmante:

Combattere l'ansia da viaggio

Vabbè, ci può stare: noi scienziati abbiamo sempre la testa tra le nuvole quindi questo risultato non mi stupisce. Facendo le dovute attenzioni, studiare matematica può essere comunque una buona idea, al massimo si può evitare di diventare troppo bravi prendendo un dottorato: la laurea specialistica può bastare.

Comunque, supponiamo di voler correre il rischio e di volerci addottorare comunque. Ora bisogna decidere dove andare ed anche qui la scienza viene in aiuto:

Combattere l'ansia da viaggio

Secondo i dati forniti dalla NSF e dalla Themed Entertainment Association (TEA), c’è una forte correlazione (addirittura il 100%) tra la quantità di persone che conseguono un dottorato in matematica ed il numero di visitatori a Disneyland. Evidentemente ai matematici piacciono le favole e si potrebbe, quindi, decidere di adeguarsi alla massa e scegliere Disneyland come meta.

Però noi siamo di Torino, quindi preferiamo Disneyland Parigi ma, se guardiamo ai dati forniti da TEA e dal CDC, scegliere di visitare Disneyland Parigi impone di prestare attenzione alle nostre abitudini di vita:

Combattere l'ansia da viaggio

Ed anche voi dovete fare attenzione: avete visitato almeno una volta nella vita Eurodisney o pensate di andarci nel prossimo futuro? Sappiate che, per la vostra stessa sicurezza, è meglio che non tocchiate mai più una vasca da bagno!

Parlando invece del meteo, la possibilità di trovare freddo vi fa venire i brividi d’ansia (ansia da viaggio, ovviamente)? In valigia non avete spazio per canottiera, calze a maglia e doposci? Non vi preoccupare: se siete ansiosi non avrete mai freddo; lo stress stimola il sistema nervoso simpatico con aumento di produzione di adrenalina e noradrenalina le quali stimolano un aumento del metabolismo incrementando così la produzione di calore.

E se poi il tempo cambia e vi siete portati solo vestiti pesanti com’è successo a noi sia in Olanda sia in Danimarca? Beh, anche noi, nonostante la preparazione accurata, qualche volta falliamo ed ecco altra ansia! Abbiamo preparato tutto in modo maniacale, ma se avessimo sbagliato?

In ogni caso, se l’alta pressione vi mette più ansia che la pressione alta, potrebbe essere utile sapere come stare tranquilli dal punto di vista meteorologico e quando acquistare il materiale che manca per il prossimo viaggio. Vi farà, quindi, piacere sapere che, per massimizzare la probabilità di trovare bel tempo e di risparmiare, basterà visitare l’Alabama e fare i vostri acquisti durante il Black Friday.

Combattere l'ansia da viaggio

Però, in caso la vostra ansia si fosse placata troppo, vi ricordo che lì parlano tutti inglese ed anche quello che lo sa peggio, lo parla meglio di voi! In compenso è molto facile trovare ansiolitici. Visto l’abuso che se ne fa al di là dell’Oceano, è possibile che li troviate anche con ketchup e maionese abbinati alle patatine fritte, quindi vi sarà facile farne scorta (magari portatevi una valigia vuota…).

Insomma, vedete che la scienza può aiutarci a programmare meglio i prossimi viaggi? Bene, allora spingiamo il governo ad aumentare i finanziamenti alla ricerca! O forse no…

Combattere l'ansia da viaggio

In conclusione, questo era chiaramente un esercizio sulle correlazioni spurie per ridere un po’, quindi studiate tutto quello che volete con il metodo scientifico e poi prendete le conclusioni con un po’ di sano buon senso altrimenti si finisce per credere troppo a certi studi:

A questo punto vi rendo partecipi della mia ansia principale in questo momento: è la metà di Luglio ed ancora non abbiamo una meta per le vacanze estive. Poco fa, preso dallo sconforto, ho chiesto all’assistente di Google: “troverò ancora qualche disponibilità a prezzi umani ad agosto?” e lui mi ha risposto con una lista di articoli intitolati “dove andare in vacanza ad Agosto 2019”.

Non so se siano utili o meno ma mi sono sentito subito meglio, al ché ho ribattuto: “grazie Google, ti amo!”.

Mi sono sentito rispondere così: “Anche io ti voglio bene, ma più come si vuole bene ad un amico.”.

Friendzonato dall’assistente di Google…

E voi? Avete qualche rimedio per l’ansia da viaggio? Quando vi prende sapere cosa fare?

Se vi va di sorridere ancora un po’ con noi, potrebbe piacervi l’articolo con il quale, l’estate scorsa, vi abbiamo raccontato, sempre dati alla mano, dei grandi successi ottenuti con il nostro blog. Lo trovate qui. Buona estate a tutti!

P.S.: Amici napoletani, non ve la prendete. Si scherza senza nessun pregiudizio! Avevo voglia di scrivere un articolo sulle correlazioni spurie ma non sapevo come. Poi ho sentito il famoso detto e l’ho preso a pretesto per scriverci intorno qualche stupidaggine e per fare il mio solito post agostano demente.

10 Risposte a “E’ possibile combattere l’ansia da viaggio con una preparazione scientifica?”

  1. Mi e venuta l’ansia solo a leggerti e dire che io sono che lascia molto al caso la preparazione del bagaglio, gli agenti atmosferici ecc. L’unica cosa che programmo sono gli itinerari! Meglio non farlo leggere al mio ragazzo però altrimenti non partiremmo più visto che anche lui é un po’ ipocondriaco! ahah

  2. Mi hai fatto schiattare!!!!! Hahahha!!!! Effettivamente senza ansia un viaggio non sarebbe tale ma vediamo di contenerla va’…
    Anche perché devo andare a Napoli tra poco!!!!

    1. Ti conviene: sempre secondo urbistat, il tasso di mortalità il Lombardia è del 9.9 per mille: più alto di quello di Napoli! Non so se può consolarti…

  3. A metà articolo stavo sudando anche se a casa mia ci sono 15 gradi… Per finirlo mi sono dovuta procurare un defibrillatore e un impianto per la ventilazione assistita . Comunque anche se calcoli tutto…. Prima dell’ultimo volo ho pesato il mio bagaglio a mano: 9,8kg. Uno spasso!! Peccato che il massimo consentito fosse 8 kg!!!

    1. Ah, ah, ecco vedi! E vuoi mettere lo scarto tra la bilancia tua e quella dell’aeroporto? Noi, per sicurezza, ci teniamo sempre un chilo buono sotto al limite, non si sa mai…

  4. Che ansia che mi hai fatto venire! Ahaha scherzi a parte posso solo dirti che devi assolutamente andare a Napoli!!io me ne sono innamorata e trovo che sia rischiosa quanto qualsiasi altra città grande. L’unico rischio che corri davvero è di tornare con 2 chili in più!!

    1. Ma certo! Si scherza solo, non vedo l’ora di poterci tornare: ci siamo stati una volta sola ma solo per poche ore.

  5. Carinissimo questo articolo, ma confesso che mi è aumentata la mia già tendenzialmente alta ansia di tutto . Originale l’idea di approcciare il viaggio da un punto di vista scientifico!

    1. Ah ah, ma no, dai! Un approccio “scientifico” aiuta sempre ma il contenuto dell’articolo è tutto farlo con, solo per ridere un po’. Comunque vuoi mica dirmi che, quando programmi un volo, non vai a vedere lo stato delle eruzioni dei vulcani islandesi ‘che non si sa mai?

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